Delitto di Garlasco, torna a parlare l'amico di Andrea Sempio: "Pronto a fornire il mio Dna se necessario. Lui non capisce tutto questo accanimento..."
Roberto Gnaccarini, ex compagno di scuola di Andrea Sempio, torna a parlare del delitto di Garlasco e si dice pronto a fornire il suo DNA alla Procura di Pavia, alla luce delle ricerche che gli inquirenti starebbero effettuando nella cerchia degli amici del nuovo indagato.
«La nostra amicizia inizia circa nel 2003, quando ci siamo ritrovati in classe alle superiori, e tuttora siamo amici. È sempre stato un ragazzo tranquillo, mai visto violento, mai visto perdere la pazienza», ha raccontato all’inizio della sua intervista a Iceberg, il programma di Telelombardia condotto da Marco Oliva.
L’uomo ha riferito che Sempio non era il ragazzo «che attaccava bottone per primo», ma, d’altra parte, «se gli si rivolgeva la parola non si tirava mai indietro». Inoltre, ha ricordato che aveva buoni voti, si comportava bene in classe ed era disponibile.
Da allora non è mai cambiato, a parte la pressione per la nuova indagine sul delitto di Garlasco. Secondo Gnaccarini è «comprensibile» che ora possa avere un po’ di paura, ma lui non nutre alcun dubbio riguardo alla sua estraneità rispetto all’omicidio di Chiara Poggi.
DELITTO DI GARLASCO, L’AMICO DI ANDREA SEMPIO ESCLUDE «SBANDATE» PER CHIARA POGGI
«Per come lo conosco, non ho nessun dubbio», ha dichiarato Roberto Gnaccarini, aggiungendo che Andrea Sempio «non sa il motivo per cui c’è questo accanimento su di lui». Peraltro, riconosce che la situazione può diventare pesante, anche alla luce del fatto che era stato già indagato in precedenza e poi archiviato.
Per quanto concerne Chiara Poggi, l’amico di Sempio ha spiegato che ne hanno parlato poco dopo l’omicidio, aggiungendo che l’aveva incrociata qualche volta in casa quando andava a trovare Marco Poggi.
«Non ho mai sentito niente di tutto ciò», ha detto in merito a una possibile “sbandata” per lei, escludendo quindi ipotesi alternative. Quando poi gli è stato chiesto come si vive da amici di Sempio, ha risposto: «Se dovessero chiamarmi per fornire il DNA, va bene, lo fornisco, non è un problema. Non mi sento sotto accusa. Assolutamente».
DAL SANTUARIO AL SUICIDIO DI MICHELE BERTANI
«Portava i capelli lunghi, vestiva di nero, ma basta questo per far di una persona un assassino? Se basta avere i capelli lunghi per essere un satanista, siamo messi male. Allora, quanti ce ne sarebbero in giro? Può essere che abbiano visto foto dell’epoca e abbiano tratto delle conclusioni affrettate; andare a indagare una persona solo per l’aspetto mi sembra un po’ esagerato», ha aggiunto l’amico di Sempio.
Inoltre, da quel che sa, l’amico non frequentava il Santuario delle Bozzole, ma la fiera che si svolge nel periodo di Pasqua attorno al Santuario. In merito all’amico suicida Michele Bertani, Gnaccarini ha dichiarato di averlo conosciuto solo una volta, a una festa della birra, con Michele che si trovò lì per caso.
«Poi Andrea m’ha raccontato che era un suo amico d’infanzia; per quell’oretta che l’ho conosciuto mi è sembrato un ragazzo normale». Del suicidio di Michele Bertani, però, hanno parlato poco, «perché anche questa è una cosa pesante, comunque colpisce il tuo amico».