Giada Bocellari, avvocato di Alberto Stasi, è stata intervistata ieri dal programma di Rete 4, Quarta Repubblica: ecco che cosa ha dichiarato

Durante la puntata di ieri di Quarta Repubblica, Nicola Porro ha intervistato l’avvocato Giada Bocellari, storico legale di Alberto Stasi, per parlare degli ultimi risvolti sull’indagine di Garlasco. Le prime parole della legale sono state sulla fuga di notizie e a riguardo ha precisato: “Ho sentito dire che è normale che i giornalisti abbiano questa consulenza”, dice riferendosi alla consulenza Linarello della stessa difesa di Stasi in cui si precisava che il dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi apparteneva a Sempio e che sarebbe dovuta rimanere segreta.



“Io c’ero nel 2016 e vorrei precisare un paio di cose. Io con l’avvocato Giarda avevamo fatto una conferenza stampa perché era stato depositato un esposto da parte della madre di Stasi, ma lungi da noi non solo riferire il nominativo dell’indagato, perché capirete bene tutti che riferire il nominativo dell’indagato significava disperdere l’indagine, cosa che è successa sistematicamente il 23 di dicembre quando qualcuno riferisce alla stampa il nome dell’indagato”. E ancora: “Noi durante quella conferenza stampa ci limitammo semplicemente a dire che a partire dalla perizia del professor De Stefano, avevamo ritenuto di individuare un soggetto compatibile con una persona, diciamo, che non era mai stata toccata dalle indagini. Potete andarvela a rivedere tutti, anzi vi invito a farlo perché credo sia su YouTube questa benedetta conferenza stampa, e non fu dato nessun dato con riferimento alla consulenza di Linarello. La consulenza di Linarello ce l’aveva la difesa di Stasi, ce l’aveva la procura di Pavia e ce l’aveva la Corte d’Appello di Brescia”.



Ciò che ci tiene a precisare la Bocellari era che il tutto “Era coperto dal segreto istruttorio perché stava in procura a Pavia, quindi chi l’ha data ai giornalisti? Se l’ha data qualcuno di sicuro non la difesa di Stasi, questo ve lo posso garantire. Quindi aggiunge: “L’avvocato Lovati ha precisato che il tampone ad Andrea Sempio è stato fatto il 30 di dicembre (tampone poi consegnato a Garofano per fare appunto una contro consulenza ndr), quindi qualcuno mi deve spiegare com’è possibile che questa consulenza del dottor Linarello sia uscita, perché sinceramente non è così chiaro”.



DELITTO DI GARLASCO, GIADA BOCELLARI CAUTA SULLA NUOVA INDAGINE DI BRESCIA

Quindi Giada Bocellari ci tiene a ribadire: “Non è normale che i giornalisti avessero questa consulenza perché c’era un procedimento in fase di indagini per omicidio. Ma quello che volevo sottolineare era che se il 30 di dicembre viene dato l’incarico al dottor Garofano, o comunque è stato fatto il prelievo di Dna ad Andrea Sempio, evidentemente avevano già contezza di questa consulenza, tanto che il generale Garofano ha detto che il 27 gennaio firma la consulenza sul DNA avendo potuto esaminare anche la consulenza di Linarello. Quindi io non ho detto che è stata la procura, ma figuriamoci. Io dico solo che non è chiaro come questa consulenza sia arrivata a Sempio e poi a Quarto Grado”.

In merito a questa nuova indagine della procura di Brescia su Garlasco l’avvocato Bocellari ci va piuttosto cauta: “Credo che le intercettazioni, così come il bigliettino vadano contestualizzate. Penso fermamente che, come anche per l’indagine di Pavia, esattamente allo stesso modo per l’indagine di Brescia, noi non abbiamo tutti gli elementi. Quindi io ritengo che sia necessario aspettare di avere tutti gli elementi prima di tirare delle conclusioni. Non do valutazioni personali perché non voglio che si faccia quello che per esempio è stato fatto a Stasi, non voglio interpretare i dati, perché la mia interpretazione sostanzialmente non vale nulla”.

DELITTO DI GARLASCO, GIADA BOCELLARI E LE ANOMALIE SULL’INDAGINE DEL 2017

Sulle eventuali anomalie avvenute durante l’indagine del 2017 di Garlasco su Sempio, Giada Bocellari precisa: “Quando c’è stata la richiesta di archiviazione, ho ritenuto che questa indagine fosse stata troppo veloce e non fossero stati fatti gli accertamenti dovuti, a mio modo di vedere, vedi la questione delle unghie. L’unica altra cosa che mi aveva lasciato alquanto perplessa, ma ancora oggi io francamente non ho compreso il diniego, è stato quando abbiamo fatto istanza di accesso agli atti come terzi interessati. C’è stato autorizzato dal dottor Venditti il fascicolo, quindi abbiamo fatto copia di tutto, ma quando poi abbiamo chiesto anche gli audio…”.

“Leggendo i brogliacci c’era qualcosa da verificare meglio, quindi abbiamo chiesto gli audio e gli audio ci sono stati negati. Questa è una cosa che mi ha sempre lasciato a parte male, ma comunque molto perplessa perché francamente non ho compreso la motivazione”.

Garlasco, Bocellari (Foto: Quarto Grado)

DELITTO DI GARLASCO, BOCELLARI E LA “LITE” CON LUGLI

Quindi l’avvocato Bocellari ha preso le difese della procura, dando vita ad un veloce battibecco con il giornalista Massimo Lugli presente in studio a Quarta Repubblica: “La Procura di Pavia ha già subito troppe denigrazioni in varie sedi e mi dispiace. La procura di Pavia ha fatto un comunicato chiaro e ha detto che le comunicazioni attribuibili alla Procura di Pavia sono solo quelle che vengono veicolate attraverso i comunicati stampa. Quindi mi pare che la procura ne abbia fatti… su quattro-cinque elementi. Tutto il resto è frutto della stampa, è frutto di…”, ma Lugli non ci sta: “Ce le inventiamo le cose avvocato? Ma è naturale, i giornalisti inventano le cose”.

La Bocellari ha ribattuto: “Quindi lei non attribuisca alla Procura di Pavia cose che la Procura di Pavia non ha mai detto, anzi…”. Ma Lugli insiste: “Il metallo recuperato nel canale? Non avevano detto che l’avevano trovato nel canale, invece l’aveva trovato Mustafa. La procura in una conferenza stampa… comunicazione ufficiale: ‘sono stati trovati elementi interessanti’”, poi la Bocellari chiosa: “Non è vero. Mi trovi una dichiarazione della Procura di Pavia in questi termini. Me la trovi?”.