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Home » Cinema e Tv » Programmi tv » Delitto di Garlasco/ Bocellari: dal dispenser, alle scarpe senza sangue di Stasi, l’avvocato smonta tutto

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Delitto di Garlasco/ Bocellari: dal dispenser, alle scarpe senza sangue di Stasi, l’avvocato smonta tutto

Davide Giancristofaro Alberti
Pubblicato 27 Giugno 2025
Delitto di Garlasco

Garlasco, Bocellari (Foto: Mattino 5)

Giada Bocellari, avvocato di Alberto Stasi, parlando con i microfoni di Mattino 5 News, precisa un po' di dettagli interessanti

L’avvocato di Alberto Stasi, Giada Bocellari, è stata intervistata stamane dai microfoni di Mattino 5 News, svelando delle interessanti notizie in merito al dispenser del bagno di casa Poggi, il famoso contenitore del sapone liquido su cui sono state trovate le tracce di Alberto Stasi. “Sono state trovate due impronte digitali di Stasi sul dispenser del sapone – le parole della legale – e nella relazione del Ris si dice che ci sono queste due impronte e che si riportano solo le impronte giuridicamente utili, quelle che sono utili ai fini dell’indagine quindi. Per anni anche la difesa di Stasi – ha continuato Bocellari – è rimasta convinta che su quel dispenser vi fossero solo le impronte di Stasi. Ma nel 2017 acquisiamo delle foto fra cui anche quelle del dispenser e vedendo quelle foto sono emerse altre impronte e abbiamo fatto una consulenza tecnica e oltre alle impronte di Stasi ce ne erano almeno 9 non attribuibili. Conclusione, quel dispenser non è mai stato lavato. Il punto qual è, che l’assassino non si è lavato in quel lavandino e se domani trovassimo una impronta parziale di Sempio non sarà un grave indizio di colpevolezza. Stasi la sera prima aveva mangiato la pizza in casa Poggi e si è lavato la mano, e poi non c’è sangue. La conclusione è che l’assassino non si è lavato”.


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Massimo Lovati, legale di Sempio, commenta le parole della Bocellari dicendo: “Ci siamo dimenticati di alcuni dati cronologici importantissimi. Fino al 2013 sui dati come il dispenser e i pedali della bici era innocente Stasi e questi indizi erano stati ritenuti insufficienti per una sentenza di condanna. Poi c’è stata la perizia della camminata ed è per quello che è stato condannato Alberto Stasi, la prova regina della condanna è la camminata, che è del 2013. La prova regina discende dal fatto che lui aveva le scarpe pulite e non poteva entrare in quella casa e lui non è mai entrato in quella casa, lo dico dall’inizio, Stasi è innocente, non ha mai scoperto quel cadavere”. Giada Bocellari si è poi soffermata proprio sul fatto che Alberto non avesse le scarpe sporche di sangue: “Stasi entra, sicuramente ha pestato tracce ematiche, non si è sporcato di sangue perchè era secco, avrebbe disperso queste tracce anche se le avesse toccate, si sarebbero sbriciolate. Le impronte a pallini sono quelle dell’assassino perchè quando l’assassino calpesta il sangue fresco è normale che lasci impronte”.


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DELITTO DI GARLASCO, BOCELLARI E LE FAMOSE SCARPE FRAU

Poi precisa: “L’assassino indossa scarpe Frau 42 ma Stasi non le ha quindi la procura risente tutti gli amici di Stasi e chiede loro di portare delle foto per capire se Stasi potesse aver indossato quelle scarpe poi fa anche accertamenti bancari su Stasi e la sua famiglia per vedere se avessero mai ascoltato scarpe Frau, risultato negativo. Trovarono un acquisto di scarpe Geox col numero 42, e in sentenza ci ritroviamo che l’assassino aveva scarpe Frau 42 e che Alberto Stasi indossava scarpe compatibili perchè aveva il 42”. L’avvocato De Rensis, legale di Alberto Stasi, commenta: I”o penso a questa leonessa – dice riferendosi a Giada Bocellari – questa donna che in questi 15 anni ha fatto una lotta, Adesso è arrivato un anziano che sono io, su cui hanno centrato i fari e io sono felicissimo, così lei può dedicarsi ancora di più a questa battaglia. Le scarpe sono una delle leggende di questa indagine, come lo scambio dei pedali e la visione di materiale pornografiche, speriamo che queste indagini portino ad altro”.


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Sulla famosa bici, Giada Bocellari precisa: “La Cassazione dice che la bici di Stasi corrisponde per macrodescrizione a quella della testimone, e che potrebbe averne usata un’altra comunque quella mattina”, facendo chiaramente capire come si tratti di una conclusione piuttosto fumosa. Infine sul possibile movente pornografico: “La sera prima dell’omicidio Chiara non ha mai visionato i porno di Alberto Stasi, come dimostra la perizia non la consulenza, e tra l’altro lei comunque sapeva che aveva materiale di questo tipo il suo fidanzato”. De Rensis ha poi precisato: “E’ un momento faticoso, che avevamo previsto, un momento fatto di contrapposizione qualcuna giusta e qualcuno opinabile ma andiamo avanti con grande fiducia nelle istituzioni. Oggi più che mai ho grande fiducia nelle indagini tradizionali credo che inizieranno a delinearsi scenari personali diversificati, credo che l’incidente probatorio potrebbe avere ulteriori sviluppi, siamo all’un per cento, abbiamo appena iniziato. Vediamo se le indagini tradizionali potranno descriverci scenari diversi, abitudini diverse, spostamenti diversi, ma non c’entra nulla la famiglia di Chiara Poggi, quelle su di loro sono non notizie”.

Garlasco, De Rensis e Lovati (Foto: Mattino 5)

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI SULL’INCIDENTE PROBATORIO

Così invece l’avvocato di Sempio, Lovati: “I primi risultati dell’incidente probatorio confortano perchè non hanno portato nulla di negativo verso il mio assistito ma siamo solo all’inizio, quindi non possiamo cantare vittoria. Io canto vittoria e ribadisco che tutte quelle consulenze fatte, che sono tutte copiate, non rispondono ai requisiti per smontare la perizia De Stefano che aveva concluso dicendo che i reperti delle unghie di Chiara Poggi non potevano essere equiparati o ritenuti idonei per l’individuazione di aplotipi ne di Stasi ne di chiunque altro. Quindi la storia del dna di Sempio sulle unghie di Chiara è una notizia falsa, non è vero. Il dna di Sempio l’hanno preso il 16 marzo del 2025, quindi tre mesi fa, quindi che consulenze hanno fatto se non avevano i termini di raffronto? Basta e basta”.

De Rensis però non è d’accordo: “Non sono d’accordo con quello che dice, ricordo che il prof Previderè ha scritto delle argomentazioni, e prima di questa vicenda era il numero uno o fra le punte di diamante della nostra genetica, ma vedo che ci sono opinioni o cambiamenti di atteggiamenti, ma questo è tutto previsto. Comunque sono molto dispiaciuto quando sento immaginare che dietro alla procura possa esserci qualcosa, quando dietro c’è solo grande professionalità, ma verrà un giorno in cui scopriremo per chi suona la campana, è solo questione di tempo”. De Rensis ha poi chiosato: “Non dimentichiamo che è la cassazione che ha legittimato questa indagine, la procura è ricorsa in cassazione ma i cassazionisti questo lo dimenticano”.

Tags: Delitto Di GarlascoAlberto StasiMattino 5

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