La dottoressa Roberta Bruzzone è stata intervistata ieri dai microfoni di Quarto Grado per parlare di Garlasco: scopriamo che cosa ha raccontato
La criminologa e psicologa Roberta Bruzzone è stata intervistata ieri dai microfoni di Quarto Grado per parlare di Garlasco, soffermandosi in particolare sul profilo di Alberto Stasi. Il volto noto del piccolo schermo si è soffermato molto sul materiale vietato ai minori ritrovato nel computer di Stasi, catalogato in maniera molto maniacale. “Non esiste mai l’assenza di un movente – esordisce la Bruzzone riferendosi al condannato – può non essere esplicito o chiaro ma c’è sempre, io credo che la vicenda sia da ricondurre alla relazione fra i due (Chiara Poggi e Alberto ndr), e alle caratteristiche personologiche che emergono dalle carte di Alberto Stasi”. Quindi aggiunge: “Io credo che la loro relazione fosse tutt’altro che stabile al netto di conversazioni fra loro tranquille e serene, un po’ di insoddisfazione Chiara verso Alberto l’aveva segnalata e probabilmente si è manifestata in maniera un po’ più netta in quella settimana che era una sorta di prova di convivenza, forse le cose per Chiara non stavano andando come aveva sperato”.
Quindi ha continuato: “C’è un problema enorme che è quello dell’interesse sessuale di Stasi che lui coltivava in maniera attiva, selezionava materiale e poi lo catalogava, parliamo di 16.000 file definiti anche violenti e raccapriccianti da chi li ha esaminati, tra questi ci sono contenuti particolarmente interessanti, come il fotografare donne in aree sessuali come sedere e scarpe col tacco, ci sono anche scatti fatti da lui a Londra e non sono certamente di Chiara, quindi ci porta a ipotizzare che forse era un aspetto che difficilmente lui controllava, se non riesci a fermarti anche quando c’è la tua fidanzata a pochi passi…”. Secondo la dottoressa: “Non è un’attività che troveremmo nei pc e nei cellulari degli uomini che conosciamo, ci hanno provato a farlo passare per contenuti normali ma non è assolutamente così, probabilmente una lettura del movente andava fatta in maniera diversa, ma può essere stata una miccia il fatto di essere smascherato, che questa cosa emergesse agli occhi di persone il cui giudizio era particolarmente rilevante”.
DELITTO DI GARLASCO, BRUZZONE: “SEMPIO E IL SUO PENSIERO SULLE DONNE…”
Durante alcune intercettazioni Sempio non spende delle parole molto piacevoli sulle donne ma a riguardo la Bruzzone precisa: “Il pensiero delle donne di Sempio come movente mi pare un po’ difficile quello sproloquio, lo è di più da un punto di vista del profilo personologico di Sempio che comunque sposta un po’ poco in una indagine, di certo non è una prova, se tutti quelli che hanno questo quadro dovessero essere considerati assassini non ci basterebbero tutte le carceri del mondo”. E ancora: “Un conto è una visione maschilista un po’ distorta e per certi versi inquietante, e un conto è avere documenti precisi che testimoniano scelte comportamentali ampie, documentate e reiterate, io con Stasi posso fare un’analisi comportamentale molto dettagliata e chiara, su Sempio invece c’è una visione che ci dice che forse con il mondo femminile non è andata benissimo”.
Sulla condanna a Stasi per i fatti di Garlasco la Bruzzone ha proseguito: “I giudici dell’appello bis si convinsero che Stasi era il colpevole per la perizia Testi che è fatta molto bene, fa una serie di sperimentazioni su una serie di elementi e conclude con un dato statistico affidabile, ciò che racconta non trova riscontro, lui non è mai rientrato in casa ma ha raccontato quello che ricordava perché la fidanzata ce l’ha messa lui, io francamente non vedo nulla in grado di spostare quell’elemento. Se fosse stato possibile collocare Stasi in maniera certa quando c’è stato il ritrovamento di Chiara – tra l’altro la sua chiamata è un mondo, che secondo me non è stata analizzata a dovere – il problema grosso di Stasi è che non dimostra con elementi che lui sia rientrato, la vera condanna arriva per questo”.
DELITTO DI GARLASCO, BRUZZONE: “SEMPIO POTREBBE ESSERE RINVIATO A GIUDIZIO MA…”
Quindi la dottoressa ha concluso: “Credo che Sempio sarà rinviato a giudizio perché la decisione di non sottoporre l’impronta 33 a incidente probatorio lo trovo eloquente da questo punto di vista, credo che la procura sappia che i risultati genetici non sono solidi, che nella migliore delle ipotesi possono essere argomentativi ma non prove, e quindi si tiene in tasca la 33 per avere una chance da giocarsela davanti al gup, ma è una scelta che non mi sento di condividere, se sei forte delle tue argomentazioni prima le blindi e poi chiedi il processo”.
Vedremo se realmente Sempio verrà rinviato a giudizio, ma ricordiamoci che prima di un eventuale dibattimento ci sarà il passaggio dal gup – menzionato proprio dalla Bruzzone – che dovrà appunto decidere se concedere il rinvio a giudizio dell’indagato o meno.