A Quarto Grado si parla del delitto di Garlasco con focus sui famosi atti di indagine del 2017 su Sempio: è scontro fra Abbate e tutti gli altri
Ampia discussione ieri a Quarto Grado su Garlasco e sui documenti secretati che sarebbero arrivati all’avvocato Lovati. Il riferimento è sempre al 2017, all’indagine su Andrea Sempio poi archiviata e, a riguardo, Carmelo Abbate fa notare: “È terribile ed è gravissimo che l’avvocato dell’indagato per omicidio (Lovati, ndr) abbia avuto le carte a distanza di 7 giorni dall’iscrizione nel registro degli indagati, mentre non hanno mosso un dito contro l’indagato: l’inchiesta non va avanti, è per finta, mentre l’avvocato ha a disposizione le carte”.
Quindi ha ripercorso un po’ le tappe di quel procedimento, spiegando che: “Gli atti sono notificati anche all’avvocato Tizzoni (legale della famiglia di Chiara Poggi, ndr). A quel punto succede che Lovati il 30 dicembre li ha, poi il 17 gennaio l’avvocato Tizzoni presenta una memoria in cui dice di essere andato a Brescia, dove ha chiesto alcuni atti che gli sono stati dati. A quel punto gli atti ce li hanno la procura, la polizia giudiziaria, la famiglia di Stasi e Tizzoni. Sono atti coperti da segreto istruttorio che vanno all’indagato per omicidio, mentre la procura non muove un dito. Le prime intercettazioni su Sempio partono l’8 febbraio, quando è già stata presentata la consulenza: è questo il punto, è gravissimo”.
L’avvocato Lovati, presente in studio a Quarto Grado, replica: “Se lo sa la tv il 13 dicembre – facendo riferimento al servizio di Quarto Grado – figurati se non ho io i documenti, appena finite le feste natalizie io ce l’avevo. Chi mi ha dato queste carte? Non lo dico, io ho i miei informatori. L’atto depositato? Abbiamo visto che le notizie sono uscite sulla tv il 24 dicembre, si parlava già della consulenza tecnica Linarello (consulenza della difesa di Stasi, ndr). Io, quando il 30 dicembre mi sono recato a Piacenza dal generale Garofano per fare sottoporre Sempio al tampone salivare, avevo già tutto; poi i documenti li ho mandati a Garofano il 13 gennaio perché non volevo condizionarlo”.
DELITTO DI GARLASCO, LO “SCONTRO” FRA LOVATI E CARMELO
Il legale si è poi fatto scappare un’espressione colorita mentre parlava Carmelo: “Ma che ca*zo dici, Carmelo? Se non lo sa la stampa vuoi che non lo sappia io, che sono un avvocato sgamato?”. E ancora: “Il 24 dicembre ce l’aveva l’Adnkronos e me l’ha data un tuo collega la consulenza, non ti dico il nome perché poverino non c’è più. Anche l’impronta 33 era secretata ma il giorno dell’interrogatorio è finita sul Tg1!”.
Quarto Grado ha poi indagato su chi potrebbe essere la fonte di Lovati, e Nuzzi ha incalzato l’avvocato sul nome di Giangavino Sulas: “Non voglio rispondere, ma ti dico che questo giornalista è quello che sul settimanale Oggi il 17 febbraio del 2017 o giù di lì – ho la copertina a casa – intervista lo 007, quello che ha appreso i reperti clandestinamente a Sempio, la tazzina, il cucchiaino e la bottiglietta, e questo 007 dichiara di non averli portati al dottor Fabbri perché nessuno voleva riceverli visto che non c’era un… li ha portati in un laboratorio di Zurigo. È facile e comodo? È la verità, era un mio amico. Vuoi che dica una bugia?”. In studio vi era Brindani, direttore di Oggi, che alla fine ha di fatto confermato il passaggio di consegne: “Sulas aveva fatto questo servizio, era un grande amico di Quarto Grado, è stato spessissimo qui”. Ma Abbate non ci sta: “Sulas non aveva le carte”. “Se no le avrebbe date a me”, aggiunge Brindani, ma Lovati resta della sua idea.
DELITTO DI GARLASCO, TIZZONI SUGLI ATTI DI INDAGINE 2017
Ad un certo punto è intervenuto anche l’avvocato Tizzoni, che si è sentito tirato in ballo nella discussione, e via telefono ha spiegato: “Ho dovuto portare avanti delle iniziative in sede giudiziaria su queste insistenti illazioni per cui avrei passato della documentazione. Io vengo autorizzato dalla Corte d’appello di Brescia in data 10 gennaio a ricevere gli atti, prendo un treno l’11 gennaio e recupero la documentazione, solo parziale: non ho tutta la relazione dell’agenzia di investigazione Skp, ma solo la parte genetica. Non ce l’ho il 24 dicembre, quando ce l’hanno Il Corriere e Repubblica, ma neanche il 20 dicembre, quando ce l’hanno altri colleghi”.
E ancora: “Ringrazio l’amico Abbate che ha voluto far intendere che io avrei passato la documentazione che recupero solo l’11 gennaio, quindi se l’avvocato Lovati l’ha avuta il 30 dicembre bisognerebbe chiedere a lui, alla stampa che aveva tutto”. Poi ha concluso: “Siccome sono settimane che si fanno illazioni… la difesa di Stasi all’epoca aveva indetto una conferenza stampa per annunciare la nuova indagine, e poi si lamenta della fuga di notizie, capisce che è un attimo peccato. Si cerca continuamente di infangarmi, io ho gli atti dall’11 gennaio ma non tutti”, ha concluso facendo chiarezza.