Delitto di Garlasco, spunta un altro fascicolo su Venditti: La Verità parla di un focus sui legami con l'imprenditoria di Pavia. Il rebus del Dna di Sempio
DELITTO DI GARLASCO TRA NUOVE INCHIESTE E DUBBI
Potrebbe regalare altri colpi di scena la nuova indagine sul delitto di Garlasco che punta il dito contro Andrea Sempio, così come quella di Brescia sull’ex procuratore Mario Venditti, con l’ipotesi di corruzione. Entrambi i fronti verranno esaminati a “Lo Stato delle Cose“, il programma condotto da Massimo Giletti in prima serata su Rai 3, così come la pista alternativa che conduce al Santuario della Bozzola, con servizi e interviste per raccontare quel luogo che sarebbe stato teatro di vicende molto delicate, tra presunti abusi e presunti casi di pedofilia.
L’ALTRO FASCICOLO SU MARIO VENDITTI
Nel frattempo, la Verità ha rivelato che c’è un nuovo fascicolo sull’ex pm di Garlasco. Ci sarebbe sottotraccia un altro procedimento nato nell’ambito dell’inchiesta sui carabinieri che collaboravano con lui in procura. Il suo legale ha confermato al giornale l’esistenza di un secondo fascicolo relativo a un altro episodio di corruzione.
Pare che a Brescia siano finiti nel mirino i legami tra Venditti e il mondo imprenditoriale pavese. Sarebbe stata sentita come testimone una rumena amica intima di Venditti, chiamata in causa da un pentito che ha parlato anche di presunti ‘pizzini’ consegnati al leghista Angelo Ciocca.
La donna alla Verità ha rivelato che i pm volevano sapere se Venditti informasse Ciocca sull’attività della procura, precisando di aver riferito di non aver mai sentito nulla, anche perché i pranzi che ci sarebbero stati sarebbero serviti a far riavvicinare Ciocca alla sua ex fidanzata, stando alla sua ricostruzione. La donna ha smentito di aver avuto delle relazioni con Venditti e Ciocca, che ritiene amici di famiglia.
IL DIBATTITO SUL DNA DI ANDREA SEMPIO
Invece, il Giornale si sofferma sulla nuova indagine sul delitto di Garlasco, in particolare sul valore probatorio del Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi, che è stato attribuito ad Andrea Sempio dalla Procura di Pavia. Pur essendo un dato scientifico che confermerebbe la presenza di Sempio, la situazione non è così semplice come molti talk show o opinioni popolari lascerebbero pensare, perché la prova genetica moderna è estremamente potente, ma anche complessa e interpretativa.
Come spiegato dal giudice Giuseppe Gennari, esperto di prova scientifica, per Sistemapenale, ora si possono analizzare tracce minime o degradate di materiale biologico, e questo comporta la necessità di usare modelli statistici e software per collegarle a una persona, ma ciò aumenta anche l’incertezza sul significato probatorio: non basta trovare il DNA, bisogna capire quando e come è arrivato lì, se direttamente o tramite trasferimenti indiretti, e qual è il “livello di attività” che ha generato quella traccia.
In altre parole, il Dna di Andrea Sempio sulle unghie della vittima del delitto di Garlasco non prova automaticamente che sia lui l’assassino, secondo l’esperto, perché va valutato nel contesto delle circostanze, con un giudizio esperto e probabilistico. La prova è scientificamente corretta, ma il suo significato legale e la sua interpretazione rimangono soggetti a incertezza e dibattito.