Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ha parlato ieri ad Iceberg sul delitto di Garlasco: ecco che cosa ha raccontato in diretta televisiva
Lungo blocco sul delitto di Garlasco ieri sera ad Iceberg, programma di Telelombardia, e in studio vi era l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi. Così ha esordito il noto penalista: “Un paio di giorni di fa, leggendo un titolo in cui si diceva ‘abbiamo scherzato’, riferito alla procura, come cittadino ho avuto molto disagio, perchè la procura di Pavia potrà sbagliare o avere ragione, ma certamente non scherza e non scherzano tutte le persone che stanno lavorando con loro”.
Sulla nuova Bpa, De Rensis precisa: “Chi più scrive non è detto che scrive meglio, certo è che la precedente Bpa era di 19 pagine, di cui 4 o 5 di foto, è difficile quindi ipotizzare che sia confermata da una bpa di 300 o forse più pagine. Credo che un elemento che bisognerebbe analizzare da parte di tutti – chi crede sia colpevole e chi no – sia la nomina della professoressa Cattaneo: se la Bpa, i cui risultati sono probabilmente conosciuti per sommi capi anche un po’ prima del deposito, avesse detto che la Bpa dell’epoca fosse perfetta, la prof Cattaneo ora si occuperebbe di altro”. Secondo De Rensis la Bpa può essere decisiva per riscrivere la vicenda di Garlasco: “Qualora venisse rivista la dinamica dell’omicidio, essendo stabilito dalla Cassazione che Alberto Stasi alle 9:36 era certamente in casa, credo che io non debba aggiungere altro….”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “NON C’E’ ALCUNA REGIA OCCULTA”
Quindi ha precisato il rapporto dei legali del condannato con la Procura: “Siccome ogni tanto sento parlare di regie occulte – lo avete sentito in tanti – voglio ufficializzare per l’ennesima volta che l’ultima volta nella quale io ho visto e parlato con il procuratore capo è stato il giorno dell’interrogatorio di Alberto insieme a Giada Bocellari. Per rispetto non abbiamo la minima interlocuzione con la procura, questa è l’indagine della procura di Pavia nella persona di 4 pm, non uno, quindi se 4 pm, il prof Previderè, i carabinieri di Moscova, hanno una idea investigativa… concludo dicendo ciò che ha dichiarato il giudice Vitelli: stiamo guardando una indagine molto seria dal buco della serratura, nella stanza ci sono elementi che noi non conosciamo, un po’ di indulgenza nei confronti dei magistrati di Pavia almeno quanta se ne è avuta nei confronti dell’orribile indagine dell’epoca, piena di errori e orrori, perchè la cancellazione di un alibi fatta inavvertitamente, ha posto la dottoressa Muscio (procuratrice dell’epoca ndr) in una condizione di indagare senza sapere che l’indagato aveva un alibi per quasi due anni, forse se le avessero detto che l’alibi c’era avrebbe indagato in un altro modo, quindi quella è stata una indagine viziata in origine. E’ stato svuotato il cestino! Ho sofferto da cittadino quando ho sentito il capitano Cassese in tv che il primo colpevole di questa cancellazione dell’alibi è stato Stasi che ha chiesto la copia della tesi, le copie si possono fare senza cancellare gli alibi”.
Sul fatto che l’orario dell’omicidio sia stato ipotizzato anche dopo le 12:46, De Rensis ha precisato: “Questo è un particolare che non è mai stato molto divulgato da un punto di vista mediatico ed è invece incredibile. Nell’atto di appello della dottoressa Muscio firmato anche dal procurato capo, a pagina 88 dopo l’assoluzione di Stasi la dottoressa dice che Chiara può essere stata uccisa fra le 9:12 e le 9:35 ma anche dopo le 12:46. Se noi abbiamo perseguito questo ragazzo e lo abbiamo messo dentro faticosamente, come dice il giudice Vitelli, dentro questi 23 minuti. Poi dopo le due assoluzioni gli diciamo che anche dopo le 12:46 poteva essere stata uccisa è come dire, scegliete voi quello che ritenete più opportuno. Come è possibile non avere dei dubbi, come è possibile accettare questa condanna quando la pubblica accusa per prima individua diversi orari dopo aver detto, scomparendo l’alibi, che è stata uccisa la mattina, perchè la cassazione ci dice che alle 9:36 Alberto è a casa”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS E LA CAMMINATA DI STASI
Sulla famosa camminata di Stasi in casa dei Poggi a Garlasco, senza lasciare tracce di sangue: “Il giudice Vitelli, che ha fatto dei grandi approfondimenti, ha letto ciò che hanno scritto i consulenti sulla camminata e non vi è alcuna certezza rispetto all’accusa, a volte rimanevano tracce a volte e no, i carabinieri Serra e Moscatelli entrati per primi a Garlasco, che hanno loro immaginato l’incidente domestico (non gliel’ha detto Stasi), hanno fatto il percorso due volte e mezzo, scendendo le scale e le scarpe non avevano alcuna traccia ematica”.
Sulla telefonata di Alberto Stasi che denunciava la morte di Chiara: “Siamo pieni di migliaia di esempi di reazioni diverse, c’è chi ha visto la povera Giulia Cecchettin picchiata in balcone ed è rientrato chiamando i carabinieri, io posso dire che qualche altro uomo sarebbe corso inutilmente in strada. Ricordiamo il caso in Veneto di una signora pugnalata dentro una sala slot e uomini che hanno fatto finta di notte, protetta da un’altra donna. Se facciamo i processi alle reazioni personali entriamo nell’oscurantismo medievale e a quel punto vale tutto, ognuno ha la sua reazione”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “VICENDA PIENA DI DOLORE PER 3 MADRI”
E ancora. “La vicenda di Garlasco è piena di dolore con tre madri che soffrono tanto, io non ho mai commentato e mai lo farò le parole delle mamme perchè questa è una vicenda piena di dolore, in primo luogo è causa dell’assassino che per la giustizia è Alberto Stasi e in secondo luogo è anche causa di indagini fatte molto male: il pigiamino ribaltato sul sangue i capelli non repertati, l’alibi cancellato… stiamo qui fino a domani”. Sulla possibilità di riaprire l’indagine a distanza di 18 anni, De Rensis spiega: “Se hanno intercettato nell’indagine del calciatore Bergamini dopo 30 anni colei che è stata condannata in primo grado, vuol dire che anche dopo 30 anni si può portare a termine il compimento di una indagine. Per fortuna che questa Bpa sia secretata, è giusto che l’indagine si svolga con tutti i crismi che sono quelli della segretezza, l’anomalia è quando fanno trapelare tutto. La secretazione di questo atto è la normalità, il nostro codice prevede che in fase di indagine preliminare gli atti siano segreti, non conosciuti. Una cosa è ciò che si svolge in incidente probatorio alla presenza di tutti, una cosa è ciò che si svolge solo ad opera della procura, come accaduto per la Bpa”.
Quindi ha continuato: “Io per mia fortuna vengo dalla strada e non amo chi ha i comportamenti da professorino e non voglio entrare in tecnicismi. Qualora io abbia detto una cosa fuori dal mondo dicendo che gli atti devono essere segreti, voi riceverete un sacco di email che diranno che io sto dicendo cose sbagliate. Le indagini sono sempre segretate”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS E L’IMPRONTA DI MANO PER TERRA
Per De Rensis forse c’è stata un po’ di inesperienza nella procura dell’epoca: “Qui c’è un dato di fatto molto semplice, se questa vicenda fosse accaduta e avesse investigato Milano… forse la procura di Vigevano non aveva l’esperienza per gestire un caso complicatissimo come ha detto il giudice Vitelli”. L’intervista si è poi concentrata sulla “nuova” mano che è stata individuata a terra, una sorta di impronta insanguinata.
“Vediamo che cosa diranno sulla mano in terra. Sento già nell’aria da parte di qualcuno che un carabiniere sarebbe scivolato. Quando accade un’azione che altera il luogo del delitto questa va relazionata all’autorità giudiziaria, siccome non vi è traccia di un carabiniere che sia scivolato…. e poi se uno scivola c’è una strisciata e quella è una impronta che sembra tatuata, vediamo se la bpa dirà che è una impronta di mano, qualora dovesse dire che è una impronta di mano nessuno potrà attribuire ciò allo scivolamento di un carabiniere che non risulta dagli atti di indagine. Quella impronta deve essere stata fatta quando il sangue era fresco, non essiccato”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SULLO STATO D’ANIMO DI ALBERTO STASI
Sullo stato d’animo di Alberto Stasi: “Ci sentiamo tutti i giorni, sta vivendo con un misto di emozioni, da un lato hai la speranza che si possa rivisitare e la tua innocenza possa essere acclarata, dall’altro hai paura di svegliarti e di scoprire che è stato solo un sogno, lui cerca di essere razionale, prudentissimo, di non illudersi e di seguire i fatti. Lui non è freddo, è timido che è diverso. Ricordiamo un ragazzo di 24 anni, nel 2007, timido, che si vede da un giorno all’altro 50 telecamere addosso tutti i giorni, un ragazzo che viene insultato davanti alla caserma dei carabinieri – quando si parla della tutela dell’indagato pensiamo a come lui non è stato tutelato all’epoca, non rifacciamo gli stessi errori con Sempio”.
E ancora: “Io credo che ci debba essere un fortissimo sentimento di garantismo verso Sempio e l’onesto riconoscimento di ciò che non c’è stato per Alberto perchè ricordo che dopo il fermo, smentito in 4 giorni, non si è più avuta la forza di tornare indietro, quando la dottoressa Muscio ignara dell’alibi di Stasi a quel punto i giochi non si sono più potuto cambiare”. Quindi ha concluso: “Alberto è stato silente con la stampa ed ha parlato sempre con gli organi giudiziari, è legittima la scelta dell’indagato Sempio di tacere davanti agli organi giudiziari e parlare con la stampa, sono due diverse scelte e nessuna è giudicabile. Non sono così sciocco da comprendere che Sempio sta seguendo la strategia dei suoi avvocati, voglio solo dire che la scelta di Stasi e di Sempio sono entrambe legittime”.