Delitto di Garlasco, l'avvocato Antonio De Rensis avverte: "BPA potrebbe essere decisiva per revisione di Alberto Stasi". Sulla nuova e la vecchia indagine…
Ci sono ancora molti elementi che non conosciamo della nuova indagine sul delitto di Garlasco. Ne è convinto l’avvocato Antonio De Rensis, uno dei legali di Alberto Stasi, che ha sempre negato di essere l’assassino di Chiara Poggi. “Io credo che questa procura e i carabinieri non si siano avventurati in un percorso, ma con ragionevolezza hanno deciso di intraprenderne uno, perché ci sono degli elementi”, ha dichiarato a Ignoto X, il nuovo programma condotto da Pino Rinaldi su La7.
De Rensis ha colto l’occasione per chiedere rispetto per le istituzioni, come fa il suo cliente, sebbene sia stato condannato in via definitiva nonostante si proclami innocente.
In merito alle indiscrezioni che trapelano, anche per quanto riguarda la BPA di cui si è parlato recentemente, il legale si è limitato a segnalare che la nuova relazione dei Ris è di 300 pagine circa, contro le 19 della precedente realizzata in occasione della prima indagine. “È abbastanza difficile immaginare che la nuova abbia sposato totalmente quella precedente”.
DELITTO DI GARLASCO, LE IPOTESI DEL LEGALE DI ALBERTO STASI
Ma c’è un altro particolare che dovrebbe indurre alla prudenza secondo De Rensis: “Se è stata incaricata la professoressa Cattaneo, immagino per logica ed esperienza che, nel corso della consulenza, probabilmente sono emersi elementi che hanno indotto i pm a incaricarla al fine di complementare questo esame per le sue competenze. Lei è deputata a identificare eventuali aggressori in numero maggiore di uno, a capire se, come e quanto ferite ci sono. La BPA riguarda invece la dinamica omicidiaria”.
Ma se quest’ultima dovesse far emergere una dinamica che porta a dilatare i tempi, allora per De Rensis il quadro accusatorio sancito dalla Cassazione “dovrebbe essere messo in discussione”.
DE RENSIS SULLA NUOVA E VECCHIA INDAGINE SUL DELITTO DI GARLASCO
Il legale di Alberto Stasi auspica che la severità con cui gli opinionisti si rivolgono all’inchiesta della Procura di Pavia venga utilizzata anche nei confronti della “orribile indagine, piena di errori e orrori giudiziari”, la prima condotta sul delitto di Garlasco. In merito all’associazione del giudice Vitelli, l’avvocato Antonio De Rensis ha sottolineato che all’epoca aveva 35 anni, prendendosi una grande responsabilità.
“Nel suo racconto si capisce come cambiano le prospettive. Le impronte sul dispenser, normali visto che era il fidanzato e aveva mangiato una pizza, sono state giudicate un elemento probante, mentre oggi è normale trovare tracce dappertutto”. Quindi, per De Rensis è cambiata la ricostruzione, che aveva evidenziato “una dinamica difficilmente compatibile con quei 23 minuti” ritenuti necessari per compiere il delitto di Garlasco.
“Stasi viene descritto a volte come un lucido computer e poi come un ingenuo”. Ma il legale si sofferma anche sul fatto che l’omicidio di Chiara Poggi sia stato d’impeto, quindi in teoria l’arma del delitto non è stata portata. “Tutto è stato forzatamente assemblato per far incastrare tutto”. Dunque, se circoscrivere un delitto in 30 minuti è qualcosa di “fantascientifico” secondo l’esperto Testi, lo è a maggior ragione nella fattispecie.
IL RETROSCENA SUL 13 LUGLIO 2022
“Ho delle idee, immagino, ma non vale nulla quello che immagino io”, ha aggiunto in merito alla sua ipotesi su chi sia l’assassino di Chiara Poggi. Ma De Rensis si è soffermato anche su un episodio risalente 13 luglio 2022, in cui “è accaduto qualcosa di assolutamente comprovato”, che gli avrebbe dato una grande motivazione.
Il legale, quando gli è stato chiesto se si sia trattato di minacce, ha negato: “Però è accaduto qualcosa. Ho raccontato tutto a chi dovevo, non seguo suggestioni. Le carte mi dicono che la condanna di Alberto Stasi non posso condividerla, anche se la rispetterò fino a quando sarà in essere, perché basata su elementi molto faticosi”.