A Filorosso, su Rai Tre, le parole dell'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis: ecco che cosa ha detto, scopriamo le sue parole

Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, approfondisce il discorso Garlasco a Filorosso, ribadendo la sua posizione, e quella della collega Giada Bocellari, di non commentare mai le dichiarazioni della famiglia di Chiara Poggi. La sua posizione comunque nei confronti del suo assistito non cambia, spiegando che da quando è stato chiamato a difendere il condannato, si è convinto – leggendo le carte – che il suo assistito sia innocente. De Rensis non risponde a domanda diretta su chi ha ucciso Chiara Poggi, dicendo di avere una sua idea, ma si dice certo che quello commesso il 13 agosto del 2007 sia un crimine a più mani, di conseguenza in casa Chiara ci sarebbero state più di una persona, probabilmente un killer e un complice.



In ogni caso è ancora presto per poter capire se questa indagine andrà riscritta, visto che “siamo solo al 3%” della nuova inchiesta, ricordando inoltre che “Chiara era una ragazza meravigliosa”
E ancora: “Adesso abbiamo molti esami da compiere – ha aggiunto – paradesive, riscontri sul dna, quindi affrontiamo passo dopo passo questa indagine, io non credo che la spazzatura sia un punto a favore o a sfavore di qualcuno, ma solo che dopo 18 anni possiamo trovare del dna”. In ogni caso De Rensis precisa: “L’innocenza di Stasi non passa dalla colpevolezza di Sempio”, ricordando che comunque una sentenza si può rispettare ma anche discutere e giudicare.



DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “LA VECCHIA INDAGINE…”

L’intervista di De Rensis a Filorosso si è quindi concentrata sulla vecchia indagine e anche in questo caso l’avvocato di Alberto Stasi ha ribadito un suo leit motiv, quello di continui errori clamorosi, a cominciare dalla famosa impronta trovata sul pigiama di Chiara Poggi: quella traccia fu di fatto rovinata dal medico legale che visitò il corpo martoriato della povera ragazza e che ricevette l’ok per l’esame. Per De Rensis “fu un errore determinate”, con il caso che invece avrebbe potuto forse andare in un’altra direzione. Un errore che ha anche provocato “tanta sofferenza” precisa ancora il legale “Ma nessuno ha mai chiesto scusa per quanto accaduto”.



De Rensis è diventato ormai un personaggio molto mediatico, ogni giorno ospite in qualche talk tv, e alle malelingue replica così: “A chi mi dice che sono sempre in tv dico venite nei miei studi, guardate i processi che faccio e poi magari scoprite che io dormo 4 ore a notte, quel poco che ho fatto me lo sono tutto sudato”. Ma alla fine questa esposizione fa bene o male a Stasi? Per l’avvocato è necessario dire a grande voce la verità, visto che si continuano a tirare in ballo vecchie questioni che al sentire degli avvocati della difesa sono delle bufale, quindi i pedali della bici, il materiale vietato visto da Stasi e da Chiara, ed è per questo che è necessario andare nei salotti televisivi a smentire queste fake news.

Garlsasco, De Rensis (Foto: Filorosso)

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “FAMIGLIA POGGI ERA IN MONTAGNA IL 13 AGOSTO”

Bocca cucita sulla Cassazione che oggi dovrà dare il suo parere ultimo sulla semilibertà di Alberti Stasi? “Alla vigilia di una decisione un avvocato che rispetta i giudici sta zitto ma alla vigilia di una decisione chi dice che rispetta la decisione tace”. Quindi De Rensis ha replicato così a chi parla oggi di gogna mediatica verso Andrea Sempio: “Questo circo mediatico è quello che all’epoca ha disintegrato Alberto Stasi, io ricordo l’immagine in mondovisione quando venne arrestato e fermato con molti cittadini del posto che si erano accorti che stava per essere fermato e che gli gridavano assassino, basta*do…”.

Sulle insinuazioni, ampiamente smentite, circa il fatto che Marco Poggi non fosse in montagna il giorno del delitto della sorella Chiara a Garlasco: “Siamo concentrati sui fatti accertati – replica De Rensis – su quello che riguarda Andrea Sempio o eventuali altre ipotesi, mai abbiamo rivolto un minuto del nostro pensiero alla famiglia di Chiara Poggi se non per solidarietà, che per quanto ci riguarda era in montagna. Noi siamo concentrati sugli spostamenti di quella mattina… Sempio, lo scontrino, non abbiamo mai pensato ad altro”.