Delitto di Garlasco, l'avvocato Antonio De Rensis (legale di Alberto Stasi) su ipotesi revisione: "Troppi errori nell'indagine, emergerà una verità diversa"
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SU IPOTESI REVISIONE
Sono stati commessi troppi errori nelle indagini sul delitto di Garlasco; per questo bisogna procedere con la revisione della condanna di Alberto Stasi: questa è la posizione della difesa alla luce della contaminazione emersa su Ignoto 3. L’ha chiarita ulteriormente Antonio De Rensis, uno dei due legali di Stasi, in un’intervista a Repubblica e ai microfoni di Uno Mattina.
Nel primo caso, l’avvocato lo ha definito «l’ennesimo errore» durante un’inchiesta che ha tenuto conto solo di un’ipotesi; ma ora la richiesta di revisione del processo è una «possibilità sempre più concreta». Con la collega Giada Bocellari stanno valutando la situazione e l’eventualità di intraprendere anche questa strada.
Del resto, gli errori che hanno raccolto sono diversi, tra cui il cadavere non pesato, un dato che influisce nel calcolo dell’orario della morte. C’è fiducia nel lavoro che svolgerà la patologa forense Cristina Cattaneo, che dovrà rianalizzare tutta la documentazione, in particolare sulle lesioni e sulle possibili armi del delitto.

Invece, la fiducia nei confronti delle indagini passate è sempre più bassa da parte della difesa di Stasi: «È un dato inconfutabile che sia piena di errori, di atti compiuti in maniera non perfetta. A nostro avviso, dopo il fermo di Alberto Stasi si è perseguita solo e soltanto quell’ipotesi». Secondo De Rensis, ora si può arrivare «a una verità diversa» che certificherà il non coinvolgimento del loro cliente nel delitto di Garlasco.
DALLA CONTAMINAZIONE ALLA NUOVA VERITÀ
Di verità diversa ha parlato anche a Uno Mattina: «Di fronte a 50 errori, ma come si può pensare che la verità sia granitica? Ecco perché questa indagine, per una volta di più, sta dimostrando di voler agire a 360°», ha dichiarato l’avvocato Antonio De Rensis.
In merito al coinvolgimento della Cattaneo, una figura di riferimento nell’ambito dell’antropologia e della medicina legale, De Rensis ha affermato che «questo incarico prestigiosissimo ci dice che le risultanze medico-legali del 2007 vanno, nella migliore delle ipotesi, totalmente rianalizzate».
Il legale di Stasi sta valutando, con la collega Bocellari, l’eventualità di nominare un consulente per questo aspetto. Poi ha concluso il suo intervento con una riflessione: «Credo che, se qualcuno si dovesse rallegrare di questa contaminazione, non abbia ben presente che cosa debba essere un percorso di giustizia equidistante da tutte le parti, perché una contaminazione è sempre una sconfitta».
