Delitto di Garlasco, la richiesta di ricusazione per il consulente di Sempio, Luciano Garofano, si fonda su una questione sollevata dalla difesa di Stasi

Delitto di Garlasco, la difesa di Alberto Stasi chiede la ricusazione del generale Luciano Garofano opponendosi alla nomina come consulente di Andrea Sempio, il 37enne attualmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Gli avvocati che assistono l’ex fidanzato della vittima e unico condannato, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, hanno sollevato una questione di “incompatbilità tecnica e di opportunità” durante l’udienza di conferimento degli incarichi per l’incidente probatorio previsto sul Dna e sui reperti del caso.



Secondo la difesa di Alberto Stasi, Luciano Garofano va escluso dalla rosa degli esperti chiamati a partecipare agli accertamenti per due motivi. Il primo, di natura strettamente “tecnica”, alla luce del suo impegno nella prima indagine (quando era a capo del Ris di Parma che si occupò dei rilievi), ha spiegato l’avvocato De Rensis, circostanza che porta a ritenerlo “incompatibile“, secondo quanto previsto dal codice, perché “non può essere nominato consulente tecnico colui che evidentemente ha anche un ruolo di testimone. Lui ha infatti firmato degli atti che certamente confluiranno in questa seconda inchiesta e dovrà darne conto“.



Il secondo motivo che ha spinto i legali di Alberto Stasi a chiederne l’esclusione è relativo alla “opportunità”: “Coloro i quali hanno fatto i rilievi all’epoca, e hanno compiuto probabilmente degli errori (nello specifico, la mancata repertazione di elementi come i capelli trovati nel lavandino del bagno di casa di Chiara Poggi, ndr), dovrebbero astenersi dall’assumere un ruolo in questa seconda indagine. È una questione di regole, non di fiducia“.

Delitto di Garlasco, la replica di Garofano: “Nessuna incompatibilità, mai entrato a casa Poggi”, ma una foto lo smentisce

A stretto giro è arrivata la replica di Luciano Garofano (sul quale la difesa di Alberto Stasi ha avanzato perplessità anche per la sua costante presenza televisiva come opinionista a Quarto grado, dove ha espresso più volte i suoi pareri sul delitto di Garlasco). “Voglio rispondere alla ricusazione confermando che io in quell’indagine (del 2007, ndr) è vero che comandavo il Ris ma le analisi materialmente furono fatte in maniera indipendente dai miei collaboratori. Quindi non vedo nessun conflitto di interessi e incompatibilità“.



Garofano ha inoltre confermato di non essere entrato mai a casa dei Poggi, ma una foto dell’epoca lo smentisce mostrandolo sulla scena insieme ai suoi uomini del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri. È ampiamente entrato“, ha commentato l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis. Il nodo della sua presenza all’incidente probatorio ora è in bilico e sarà un giudice a decidere, anche se il fatto che Garofano ricopra il ruolo di consulente di parte e non di perito (super partes) rende la sua posizione meno “aggredibile” dal punto di vista di una eventuale esclusione.

Cosa mi spinge a rimettermi in gioco nel delitto di Garlasco? – ha concluso Garofano, intervistato nella trasmissione Iceberg su Telelombardia – Mi sembra che si stia facendo una grande ingiustizia su una interpretazione che non condivido (la presenza del Dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara Poggi confermata dal consulente della Procura di Pavia, Carlo Previderè) e quindi sono armato dalla volontà di dare un contributo di verità soltanto per far capire che siamo di fronte a una probabile forzatura della scienza ad uso e consumo“.