Delitto di Garlasco, la famiglia Poggi apre al prelievo del Dna a chi esaminò reperti. Perché per la criminologa Roberta Bruzzone è una scelta "coraggiosa"
DELITTO DI GARLASCO, IL GENETISTA DEI POGGI APRE A ESTENSIONE PRELIEVO DNA
Si apre una nuova fase nell’indagine sul delitto di Garlasco, perché la famiglia di Chiara Poggi potrebbe chiedere di estendere il prelievo del Dna, in vista dell’indicente probatorio, ai tecnici che analizzarono i reperti, cioè le prove materiali legate all’omicidio. L’obiettivo è di verificare se ci sono state contaminazioni: se venisse riscontrato Dna di uno di quei tecnici sul materiale, allora le conclusioni verrebbero invalidate. A rivelare la novità è l’Ansa, secondo cui la richiesta sarà avanzata dal genetista forense Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, nell’ambito appunto dell’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia.
L’inizio delle operazioni è previsto per il 17 e 18 giugno. L’agenzia di stampa precisa che la richiesta di Capra è legata a come il perito nominato dal giudice deciderà di procedere. Nello specifico, si valuterà se sarà estratto nuovo materiale biologico dai reperti. In tal caso, sarà ancora più importante verificare l’assenza di contaminazioni passate.
DELITTO DI GARLASCO, IL PARERE DI ROBERTA BRUZZONE
Il genetista della famiglia Poggi vuole che anche i tecnici che hanno toccato i reperti in passato vengano sottoposti a prelievo di DNA, per escludere che eventuali tracce trovate non siano dovute a contaminazioni. Ma non è detto che vada fino in fondo con la richiesta, che dipenderà da come verranno gestite le nuove analisi durante l’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. Per la criminologa Roberta Bruzzone, intervenuta in collegamento a Ore 14, si tratta di una mossa “coraggiosa“, perché riflette l’intenzione della famiglia della vittima di fugare ogni dubbio.
“È una richiesta bella tosta, evidentemente il dottor Capra ipotizza che ci possa essere stata una contaminazione. Io credo che la richiesta nasca perché la famiglia Poggi e la sua difesa vogliono che non vi sia neppure un pelo fuori posto in questa storia, perché sappiamo bene cosa si reinnescherebbe. Credo che anche loro siano convinti della totale estraneità di Andrea Sempio e altri, quindi vogliono che nulla venga lasciato al caso e possa essere sfruttato per creare ombre dove non ci sono. Credo che questa richiesta coraggiosa nasca da questa esigenza“, ha dichiarato la criminologa a Ore 14.
Si tratterebbe di una mossa significativa, perché mira a escludere la possibilità che alcune tracce relative al delitto di Garlasco siano il risultato di contaminazioni avvenute durante le analisi precedenti. L’eventuale richiesta di prelevare il DNA anche ai tecnici coinvolti nelle analisi passate serve, infatti, a verificare se eventuali contaminazioni possano aver influenzato i risultati, garantendo così l’integrità delle nuove indagini.