Sul delitto di Garlasco l'approfondimento del programma Dritto e Rovescio con l'intervista al professore De Stefano, ecco che cosa ha detto

Il professor Francesco De Stefano, il genetista incaricato della prima perizia nel processo ad Alberto Stasi su Garlasco, anno 2014, è stato intervistato dal programma di Rete 4, Dritto e Rovescio. Chiacchierando con il collega giornalista ha ribadito quanto già detto 11 anni fa, ovvero, che sulle unghie di Chiara Poggi non vi fosse il sangue di Andrea Sempio, tesi che invece è smentita dalla procura che tramite i suoi consulenti evidenzia tutt’altro. “Trovare il dna di qualcuno – sottolinea De Stefano – non è il presupposto per dire che lui era sul luogo del delitto al momento del delitto e dopo 18 anni diventa ancora più complicato”.



Chiaro quindi cosa intende dire il genetista: se anche vi fosse il dna di una persona non è detto che sia contestuale all’omicidio, ma è anche vero che, come ricorda spesso e volentieri il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, sotto le unghie della povera Chiara Poggi non vi erano tracce del fidanzato, visto la sera prima del delitto, mentre vi erano (forse) quelle di Sempio che invece era stato l’ultima volta a casa Poggi il 4 agosto del 2007, quindi 9 giorni prima l’omicidio.



DELITTO DI GARLASCO, DE STEFANO: “QUANDO SENTO PARLARE DEL DNA DI SEMPIO…”

Il genetista ha proseguito: “Non ho mai guardato il dna di Andrea Sempio, se dicono che ci sono somiglianze ne prendo atto, ma da qui a dire che è il suo dna, quando lo sento dire mi viene da sorridere, non esiste che è il suo ma anche se fosse, quando è stato lasciato sotto le unghie di chiara? Potrebbe averlo preso da contatto con un computer, un mouse, strumenti che usavano sia Chiara che Sempio. Se anche trovassi il dna, utilizzabile e interpretabile, io non so quando lì è stato depositato”.

Quindi ha domandato, in merito all’incidente probatorio della giornata di ieri: “Quando ci è finito quel barattolo di fruttolo nella spazzatura? Un giorno prima del delitto o un’ora prima? Chi lo sa. C’è una impronta e non è da escludere sia possibile trarre del dna”.



De Stefano, Garlasco (Foto: Dritto e Rovescio)

DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DI DE STEFANO E DEL PROF AVATO

Poi De Stefano ha concluso, rivolgendosi al suo ospite: “Lei adesso è seduto appoggiando le braccia sul tavolo. Se tra tre mesi cade del sangue di qualcuno in quel punto e si dovesse fare un’analisi, troverebbero il suo dna e il suo, questo fa di lei l’assassino?”, domanda certamente lecita. Dritto e Rovescio ha parlato anche con Francesco Maria Avato, professore di medicina legale dell’università di Ferrara, nonché all’epoca uno dei consulenti di Alberto Stasi, che ha spiegato: “Può essere proponibile ma non ancora verificabile l‘ipotesi che possano essere stati utilizzati due mezzi (durante l’omicidio ndr), uno più idoneo a produrre lesioni contusive e uno da taglio. Ciò non necessariamente comunque presuppone che ci siano più persone sulla scena del crimine, le condizioni di utilizzo possono essere diversificate”. Quindi ha concluso: “Noi abbiamo ritenuto estremamente probabile che si fosse verificato un trasferimento per sollevamento del cadavere, questa modalità non può che essere eseguita dalla compartecipazione di almeno due persone”.

E’ evidente come differenzino le posizioni fra accusa e difesa, con i legali di Alberto Stasi che puntano a “posizionare” almeno un’altra persona sulla scena del crimine, mentre per l’accusa l’omicida continua ad essere uno ed uno solo, ovvero il già condannato Stasi. Fino ad oggi quanto emerso da questa nuova indagine sembra dare ragione proprio all’accusa, tenendo conto che tutti gli “scoop” giornalistici si sono poi rilevati delle bolle di sapone esplose al primo soffio d’aria. La sensazione è che se anche dall’incidente probatorio (come sembra), non dovesse emergere nulla, questa nuova autorevole inchiesta potrebbe arenarsi.