Delitto di Garlasco, a Ore 14 il giallo delle domande sulle scarpe di Andrea Sempio: la sua risposta "strana" e la mancata verifica degli inquirenti...
DELITTO DI GARLASCO, LA STRANA RISPOSTA DI ANDREA SEMPIO…
Avrebbe voluto fornire solo un’anticipazione, per poi approfondire la questione a Ore 14 Sera, ma alla fine Milo Infante ha deciso di spiegare cosa ha scoperto su Andrea Sempio. La questione riguarda il numero di scarpe dell’indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. “Dissero che indossava il 44“, ha dichiarato la criminologa Roberta Bruzzone.
Ma il programma è riuscito a risalire al documento che riporta la domanda fatta e la risposta da Sempio, senza però approfondire la questione. “Possiamo anticiparvi che gli investigatori all’epoca si sono assolutamente fidati di una risposta che a noi sembra poco… precisa“, ha iniziato a spiegare Infante. Più esplicita è stata Bruzzone: “Si sono fidati del soggetto attenzionato, senza fare una verifica oggettiva“.
Poi però il conduttore di Ore 14 ha deciso di scoprire le carte in tavola prima della puntata di giovedì sera, spiegando che la risposta fornita da Sempio “francamente, letta e riletta, non ha senso”. La risposta, infatti, è stata che ricorda che nel 2007 aveva un paio di stivaletti numero 44, ma siccome guidava male, comprò delle scarpe numero 44. “Cosa vuol dire?”, si è chiesto il conduttore, secondo cui sapeva prima la domanda e si sarebbe preparato la risposta.
IL VERBALE CON LE DOMANDE SULLE SCARPE
Il verbale mostrato da Ore 14 mostra la domanda fatta ad Andrea Sempio: “Ricorda che numero di scarpe portava nell’agosto 2007? Che numero di scarpe porta oggi?“. Nella risposta, Sempio indicò che “già nell’agosto 2007” portava “il n. 44” e di ricordarlo in quanto all’epoca aveva degli stivaletti con cui però faceva fatica a guidare. “Quindi ho dovuto comprare un nuovo paio di scarpe che erano n. 44. Tuttora indosso il n. 44“, è riportato nel documento.
Ma gli ospiti in studio si sono soffermati anche sulla doppia domanda, che avrebbe poco senso, visto che la scienza indica che una lievissima variazione è possibile, “ma di mezzo centimetro, non due taglie“, ha precisato la criminologa Roberta Bruzzone.
“Noi non indaghiamo Andrea Sempio, è la procura a nutrire forti dubbi sulla sua estraneità all’omicidio di Chiara Poggi. Siamo sicuri che l’impronta sul tappetino fosse taglia 42? E se fosse leggermente più grande?“, ha proseguito Infante nella sua riflessione. “Quante stranezze ci sono… tutte queste domande sembrano preparate, con risposte che nessuno darebbe mai, chi risponderebbe così?“, il commento di Monica Leofreddi in collegamento.
TACCIA SUL PC “FANTASMA”: NESSUN GIALLO
Nelle ultime ore, invece, l’avvocato Angela Taccia ha provato a risolvere il giallo del pc ‘fantasma’ a casa di Andrea Sempio. Il computer sequestrato a fine settembre era aziendale, per questo non era stato trovato nella perquisizione di maggio. E gli appunti su Flavius Savu e il Santuario delle Bozzole apparterebbero alla legale, che li avrebbe consegnati al suo cliente. Lo ha spiegato la stessa Taccia alla Provincia Pavese, allontanando ogni ipotesi di occultamento.
Quel pc gli era stato dato dai datori di lavoro per farlo lavorare in smart working, visto che è assediato dai giornalisti. “Serve solo per lavoro e tutto è chiarito nei verbali del 26 settembre scorso“, la spiegazione di Taccia. L’avvocato ha poi spiegato di aver dato lei a Sempio la fotocopia del memoriale del nipote di Savu, in quanto volevano verificare se si parlasse di Sempio o dell’amico suicida Bertani. “In realtà non c’è nulla: solo riferimenti ai giri di prostituzione alle Bozzole“, ha chiarito Taccia.