Delitto di Garlasco, perché l'impronta 33 è stata esclusa dall'incidente probatorio. Il legale della famiglia Poggi attacca: "Noi siamo noi a temere verità"

Il gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, che conduce l’incidente probatorio nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Garlasco, ha dato il via libera ai nuovi accertamenti che si occuperanno di cercare impronte latenti sul sacchetto della spazzatura, su quello dei cereali e dei biscotti, ma anche sull’etichetta dell’Estathé, accogliendo così la richiesta della Procura e dei legali di Alberto Stasi, mentre la difesa di Andrea Sempio si era opposta.



Ora entra in gioco il perito dattiloscopista Domenico Marchigiani: a lui il compito di esaminare le impronte repertate. Ma nell’incidente probatorio non entra l’impronta 33, che è stata repertata sul muro delle scale dove è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi.

Garlasco, Gian Luigi Tizzoni legale della famiglia Poggi fuori dal Tribunale di Pavia (ANSA 2025, Paolo Torres)

IL LEGALE DEI POGGI ALL’ATTACCO

Particolarmente polemico si è rivelato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni al termine dell’udienza. Il legale che assiste i genitori della giovane uccisa a Garlasco aveva domandato di includere, nell’incidente probatorio, anche l’esame dell’impronta numero 33, al fine di stabilire se fosse possibile attribuirla con certezza all’indagato. La Procura, però, non ha autorizzato l’estensione della perizia e, di conseguenza, il giudice non ha potuto disporla. La replica è stata dura, perché ha evidenziato che ciò dimostrerebbe che non sono loro a temere la verità.



Inoltre, ha fatto notare che è previsto che le indagini debbano essere condotte anche nell’interesse dell’indagato, ma, nella fattispecie, per Tizzoni sono state «estese anche nell’interesse del condannato», mentre non sono state accolte le richieste della persona offesa. Per il perito della famiglia Poggi, Marzio Capra, sarebbe stata l’occasione per fare chiarezza completa, «senza lasciare elementi in sospeso o rinviati ad altri momenti».

LA REAZIONE DEI DIFENSORI DI ALBERTO STASI

Di parere diverso l’avvocato Giada Bocellari, che fa parte del pool difensivo dell’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. Infatti, al termine dell’udienza ha dichiarato che gli inquirenti stanno lavorando «nell’interesse della giustizia». La mancata estensione all’impronta 33 dell’incidente probatorio è corretta, per Bocellari, da un punto di vista procedurale, in quanto si tratta di un esame che può essere ripetuto.



Il suo collega, l’avvocato Antonio De Rensis, si è detto soddisfatto degli ulteriori esami che sono stati disposti, perché non si dà nulla per scontato; quindi giudica seria e completa la nuova indagine sul delitto di Garlasco.

LA DIFESA DI ANDREA SEMPIO: “NON VA ANTICIPATO TUTTO”

Soddisfatta anche l’avvocato Angela Taccia, che rappresenta Sempio: loro non avevano chiesto che l’impronta 33 venisse inclusa nell’incidente probatorio, proprio perché l’attività è ripetibile. La legale di Sempio ha invece osservato che non avrebbe senso anticipare tutti gli aspetti, altrimenti non sarebbe un incidente probatorio ma un dibattimento. Dunque, ora si apre una fase di attesa per Sempio, che la sta vivendo, secondo Taccia, «con la serenità dell’innocenza».