Delitto di Garlasco, la rivelazione choc del legale di Andrea Sempio sui carabinieri: "Lo richiamarono perché dimenticarono di fargli una domanda"

Non c’è alcuna contraddizione sull’interrogatorio reso anni fa da Andrea Sempio durante la prima indagine sul delitto di Garlasco: lo sostiene l’avvocato Angela Taccia, legale del nuovo indagato. Nell’intervista rilasciata a Filorosso, infatti, ha ricostruito la questione dello scontrino e del malore, di cui non v’è traccia nel verbale.



«Hanno chiamato Andrea Sempio, si è presentato nonostante non stesse già bene da qualche giorno, perché aveva la febbre molto alta». Una volta tornato a casa, sarebbe stato richiamato perché – ed è qui che la ricostruzione si fa sorprendente – «si erano accorti che non gli avevano chiesto la cosa più importante, cioè che cosa fece la mattina dell’omicidio».



Andrea Sempio esce dalla caserma dei Carabinieri con i suoi avvocati (Foto 2025 ANSA/MATTEO CORNER)

A quel punto, Sempio ha raccontato la sua versione ormai nota e citato lo scontrino del parcheggio. «L’hanno rimandato a casa, l’ha preso e l’ha riconsegnato. Però, invece di interrompere il verbale, come di solito si fa, per fare un po’ tutto più in fretta hanno semplicemente aggiunto “scontrino che vi consegno”», ha spiegato il legale, secondo cui si tratta di una questione irrilevante, visto che comunque non è un alibi.

DELITTO DI GARLASCO, LE PRECISAZIONI DI TACCIA

Per quanto riguarda le due circostanze in cui il suo cliente si è “sottratto” agli inquirenti, prima con il prelievo del DNA e poi con l’interrogatorio, Taccia ha chiarito che Sempio «era pronto a prestare consensualmente subito il DNA e a parlare», ma non lo si è fatto perché non sono state rispettate le procedure e le garanzie difensive.



Quando si è confrontata con l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, sulla nuova indagine sul delitto di Garlasco, l’avvocato Taccia si è soffermata sugli accertamenti in corso, a partire dalla questione di Ignoto 3, la traccia genetica attualmente sconosciuta. Non la stupisce che non sia del suo cliente, visto che sostiene che non sia coinvolto nell’omicidio di Chiara Poggi, ma suggerisce cautela nelle considerazioni.

Inoltre, preferisce non sbilanciarsi sulle prossime mosse, così come su come sono state condotte le indagini in precedenza, pur nutrendo delle riserve. «Ci sono tante cose che avrebbero potuto essere approfondite in miglior modo».

DALL’IMPRONTA 33 ALLE FAKE NEWS

Invita alla cautela anche rispetto alla ricostruzione del delitto di Garlasco: non è convinta che siano coinvolti più soggetti, così come non crede che in quel salotto possano starci tante persone, come quelle che si sono occupate dell’indagine e sono state riprese in una foto.

«Un conto è andarci a fare degli esami e un conto è ricostruire la dinamica dell’omicidio, insomma», ha dichiarato l’avvocato Taccia, che è tornata ad attaccare l’impronta 33 attribuita dalla Procura di Pavia ad Andrea Sempio. «È comunque una tesi di parte, quindi vale tanto quanto, mi spiace, quella dei nostri consulenti».

L’avvocato Angela Taccia ha poi contestato quanto accaduto il giorno in cui è stata data notizia dell’impronta 33, con le fake news sulla presunta traccia insanguinata. «Io non sto dicendo che la Procura o qualcuno della Procura ha fatto uscire la cosa, però comunque ci ha spaventato quel giorno lì».

Anche perché erano usciti contenuti di oggetti sequestrati. «Questo è gravissimo, cioè sono anche arrivati a dire che è stata la difesa a far uscire dei contenuti di oggetti sequestrati. Ma come si ragiona? Cioè, è uno stoltiloquio questo, non esiste», ha concluso il legale a Filorosso.