Delitto di Garlasco, spunta un nuovo testimone: "Lovati ha ragione, se ne parlava alle 11:30". Perché allora Alberto Stasi diede l'allarme due ore dopo?
A diciotto anni dal delitto di Garlasco spunta un testimone che dà ragione all’avvocato Massimo Lovati, il quale aveva dichiarato nei giorni scorsi che a Garlasco si sapeva della morte di Chiara Poggi già alle ore 11:30 del 13 agosto 2007, prima di fare retromarcia «dopo un esame di coscienza».
L’uomo, Raffaele Scettri, ha parlato a Iceberg, programma di Telelombardia, dopo aver inviato una mail proprio al legale di Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.
«Quel giorno stranamente eravamo a casa dalle ferie e non eravamo al mare, quindi la gita in fiera era obbligatoria. Mi ricordo benissimo di quel giorno perché avevo un appuntamento con il giornalista Carlo Ischia nella sede dell’Informatore Vigevanese per consegnargli una bozza di un articolo che avrebbe pubblicato La Provincia Pavese in seguito», ha dichiarato lo scrittore.
Quando arrivò dal giornalista, apprese che c’era stato il delitto. «Mi spense tutto l’entusiasmo perché mi disse che era successa un’emergenza giornalistica, perché era stata uccisa una ragazza a Garlasco e avrebbe portato via spazio al giornale. Quindi il nostro articolo sarebbe stato rimandato a data da stabilirsi», ha raccontato Scettri.
DELITTO DI GARLASCO, SPUNTA UN NUOVO TESTIMONE
Si tratta di un particolare importante, perché Alberto Stasi diede l’allarme solo due ore dopo, alle 13:50. Questo è, infatti, l’orario della telefonata fatta ai soccorsi. Il testimone ha spiegato di essersi rivolto a Lovati in primis «per simpatia epidermica» nei confronti del legale, poi per dovere civico, visto che l’orario può essere un dettaglio molto importante.
«Mi ricordo bene l’orario perché anch’io avevo fatto la mia tappa in fiera e, prima di tornare a pranzo, ero passato da lui. Quindi sarà stato più o meno attorno alle 11:45 e l’ho trovato nel piazzale delle suore sacramentine, dove lui aveva il permesso di posteggiare, un permesso speciale, e quando mi disse appunto che non si poteva fare perché era successo questo pasticcio a Garlasco», ha spiegato Raffaele Scettri ai microfoni di Iceberg.
Dunque, dal giornalista ha saputo che c’era stato l’omicidio di una ragazza, uccisa nella sua abitazione di Garlasco. Non c’è margine di errore per lo scrittore, perché si recava a mezzogiorno per la consegna degli articoli. «Quel giorno, anche se non lavoravo, avevo tenuto… avevamo tenuto fisso quell’orario perché poi, forse alle 14:00, non trovavamo più un responsabile della provincia. Quindi era sicuramente prima della pausa pranzo», ha concluso il testimone.
PERCHÉ È UNA TESTIMONIANZA IMPORTANTE
A evidenziare l’importanza di questa testimonianza nel delitto di Garlasco è anche l’avvocato Carlo Taormina, perché «dimostra la sceneggiata del signor Stasi che all’1:50 telefona al 118 mentre sta andando dai carabinieri, cosa assolutamente incredibile».
Per Taormina è questo il motivo delle tensioni tra la difesa di Andrea Sempio e quella di Alberto Stasi: «Io sono convinto che tutti i casini che abbiamo visto emergere nei rapporti sono cominciati da quando l’avvocato Lovati ha detto questa cosa e sono cominciati perché, dicendo quello che ha detto, ha confermato una situazione assolutamente negativa nei confronti di Stasi».
Infatti, questa testimonianza «è un contributo all’inchiesta di fondamentale importanza», da approfondire. Riguardo alle ragioni per le quali non aveva parlato finora, il testimone pensava non ci fossero incongruenze a livello di orario: «L’ho sempre data come una notizia scontata, che sapessero… che sapessero tutti che era l’ordine del giorno, una cosa normale. Non ho mai pensato avesse un’importanza così determinante».