Delitto di Garlasco, parla l'avvocato Massimo Lovati: "Spero che Andrea Sempio non mi sostituisca, possiamo vincere battaglia. Pugnalato da Fabrizio Corona"
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI NELLA BUFERA
Non ha ancora sciolto la sua riserva Andrea Sempio sulla conferma dell’avvocato Massimo Lovati, che non vuole saperne di uscire di scena. Il legale, intervistato dal Corriere della Sera dopo la bufera per le dichiarazioni a Fabrizio Corona, che le ha pubblicate a Falsissimo, ha confermato di aver avuto un confronto con il cliente e la collega Angela Taccia in merito alla conferma dell’incarico per la nuova indagine sul delitto di Garlasco.
Nega siano volate parole grosse, anzi c’è stato un chiarimento: “Lui si è riservato se confermarmi“. Il problema è rappresentato proprio da quel video con l’ex re dei paparazzi, che Lovati definisce “un trappolone“.
A tal riguardo, il legale parla di “grande ingenuità” e ricostruisce l’accaduto, spiegando che gli era stato proposto di realizzare una serie tv, una specie di fiction di cui lui sarebbe stato protagonista. Non era del tutto convinto, ma ha comunque deciso di provarci.

Quel giorno stette da lui fino alle 6 del mattino, chiacchierando e bevendo. L’accordo prevedeva che ci sarebbe stato un montaggio, ma le cose sono andate diversamente. “Nella mia carriera ho avuto a che fare con ogni sorta di delinquente, ma non sono mai stato pugnalato alla schiena in questo modo e con questa cattiveria“.
LOVATI IN BILICO: “SPERO CHE TUTTO RIENTRI”
Lovati ha ammesso che Andrea Sempio non ha preso affatto bene la bufera scoppiata e riconosce che potrebbe decidere di sostituirlo. Del resto, non mancano legali di spessore. Dal canto suo, l’avvocato gli ha ribadito di non volersi far prevaricare, quindi non intende cambiare.
Nell’intervista non poteva mancare un riferimento al suo compenso, anche perché i Sempio hanno dichiarato di avergli dato l’incarico perché costava poco. Una circostanza che Lovati conferma, infatti ritiene che avrebbe dovuto percepire 100mila euro di compenso.

Comunque, preferirebbe continuare a occuparsi di Sempio, non solo perché ci tiene al caso, ma anche perché lo stuzzica. Dunque, lasciare il caso gli dispiacerebbe, non solo perché è convinto dell’innocenza del suo cliente, ma anche perché ritiene che la battaglia possa essere vinta, per cui l’auspicio è che la bufera si plachi, ma se dovesse essere sostituito, non ne farebbe una malattia.
Inoltre, respinge le critiche per l’eccessiva esposizione mediatica: “Non è stata una mia scelta. A un certo punto mi sono ritrovato in questo ingranaggio della tv“. Anche se non si piace, lo chiamano perché sostengono che funzioni. Infine, riguardo l’alcol, ritiene di sopportarlo bene, mentre non sopporta le iniziative disciplinari che gli hanno affibbiato e per le quali vuole difendersi.
