Delitto di Garlasco, avvocato Lovati attacca la difesa di Alberto Stasi: "Impronta 33 di Sempio? Follia, una loro invenzione. Pronto chiedere estromissione"

L’impronta 33 è un’invenzione della difesa di Alberto Stasi: a sostenerlo è l’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali del nuovo indagato per il delitto di Garlasco, Andrea Sempio. Ne ha parlato a La Provincia Pavese, commentando i risultati della consulenza della difesa dell’ex fidanzato di Chiara Poggi, secondo cui in quella traccia non ci sarebbe solo sudore, ma anche sangue.



Per Lovati è «una follia» sostenere ciò «basandosi solo su una foto»; ma, soprattutto, sta valutando la possibilità di chiedere che venga esclusa la difesa di Stasi da tale procedimento. Pur rispettando i colleghi, non ritiene plausibile la perizia di parte, precisando che la loro esclude il suo cliente. Dunque, l’impronta 33 è l’ultimo motivo di scontro tra i legali.



Lovati contesta anche il metodo impiegato nella perizia, perché è stata realizzata una simulazione sperimentale: sono state ricreate impronte palmari sui muri, simili a quelli della scena del crimine, utilizzando diversi livelli di sudore e sangue.

Delitto di Garlasco, impronta 33 (Foto 2025 ANSA NPK)

È stata rispettata anche la stessa tempistica per l’utilizzo della ninidrina: infatti, è stata applicata dopo dieci giorni. Il risultato negativo, anche in presenza di sangue, ha fatto ipotizzare che la calce del muro inibisca la rilevazione del sangue.

DELITTO DI GARLASCO, SCONTRO TRA BOCELLARI E LOVATI SU IMPRONTA 33

L’avvocato Giada Bocellari, uno dei legali di Alberto Stasi, non ci sta però di fronte alle critiche alla perizia. Infatti, a Morning News ha dichiarato che ora si contestano prove sperimentali, ma anche il processo al suo cliente si è basato su esse. «Non abbiamo fatto i piccoli alchimisti», ha spiegato il legale, secondo cui i consulenti del nuovo indagato possono replicare l’esperimento.



Quel che bisogna chiedersi, secondo Bocellari, è il motivo per il quale l’OBT test abbia dato esito negativo, nonostante la presenza di sangue. Non è dovuto alla mancanza di sangue, ma all’interferenza tra la ninidrina e la calce nel campione, ha precisato Bocellari, alla quale Lovati ha replicato proprio in trasmissione. Infatti, Lovati ha criticato la spiegazione, definendola non convincente. «Mi viene voglia di ridere», ha affermato il legale, chiarendo che a Sempio sono state prese le impronte delle dita, non dei palmi.