A Filorosso si parla del delitto di Garlasco e Vittorio Introcaso ha intervistato il tecnico Enrico Manieri: ecco il suo pensiero
Enrico Manieri, esperto di scene del crimine, tecnico balistico, consulente in molti processi fra cui quello a Pietro Pacciani, è stato intervistato da Vittorio Introcaso in occasione della puntata di ieri di Filorosso, talk in onda su Rai Tre, nell’ambito della nuova indagine su Garlasco. Sono decisamente tanti gli spunti di riflessione di Enrico Manieri, a cominciare dalla presenza, a suo modo di vedere, di una seconda persona sulla scena del crimine. Il tecnico infatti spiega: “Penso che fossero presenti almeno due persone sulla scena del crimine, una con la famosa suola a pallini 42, e secondo quello che ho trovato e sottoposto al vaglio degli inquirenti c’è una seconda persona con impronte con risvolti rettangoli, impronta trovata sia sul sangue che conduce alla scala, sia sulla parete, sotto all’impronta 33”. Quest’ultima è la famosa impronta che si trova sul muro che conduce alle scale che scendono in cantina, e che secondo la procura sarebbe di Andrea Sempio. “C’è una impronta – ha continuato Manieri – che è ha dato origine a quella 33 nonchè a quella 97F che si trova sulla parete opposta”.
A suo modo di vedere è come se l’assassino avesse forse in braccio il corpo di Chiara Poggi e stesse andando di sotto ma abbia perso l’equilibrio e quindi si sia appoggiato alle parerti con le mani: “Il problema è che l’evento che avrebbe scatenato il lasciare quell’impronta e dalla parte opposta la famosa impronta 97F potrebbe aver causato la perdita di equilibrio e la caduta del corpo”. Manieri fornisce anche un ulteriore spunto, tirando in ballo i famosi vestiti ritrovati poco dopo l’omicidio di Garlasco in un canale di Groppello: “Io non ho trovato alcuna scarpa corrispondente, l’unica che ha un’assonanza è quella trovata a Groppello 15 giorni dopo l’omicidio insieme ad altri indumenti. Su questa suola della scarpa (che sembrerebbe avere delle strisce rettangoli ndr) son stati fatti due esami, il primo ha dato esito positivo, come emerge dalle foto, mentre il combur test ha dato esito negativo e a fronte di questo fatto le scarpe sono state accantonate e mi risulta siano state distrutte”.
DELITTO DI GARLASCO, MANIERI E IL SANGUE SUL TELEFONO
Secondo Manieri anche le macchie di sangue trovate in casa Poggi potrebbero raccontare qualcosa di diverso rispetto a quanto è emerso in questi 18 anni: “La mia perplessità e come vengono identificate le macchie di sangue, si parla di un oggetto contundente sporco di sangue che lascia proiezioni, sembrerebbe il cedimento di un vaso sanguigno che proietta sangue in varie direzioni. Le ferite sono state prodotte nella zona di fronte alle scale che portano al piano superiore, le altre macchie sono da trascinamento e gocciolamento e questa proiezione del sangue arterioso che macchia mobili e e telefono, ma non avviene con una traiettoria precisa, è stata aggredita già carponi, ad un’altezza fra i 40 e i 60 centimetri”.
E a proposito di sangue, attenzione alla famosa macchia rinvenuta sul telefono di casa Poggi a Garlasco, nello spazio dell’alloggiamento della cornetta: “Il telefono è posizionato orizzontalmente, per poter aver una proiezione di questo tipo… io non sono mai riuscito a replicarla nei miei esperimenti, poi abbiamo altri segni sul telefono e bisognerebbe capire se sono macchie di sangue. Se dovessimo ipotizzare un’azione volontaria sicuramente qualcuno che solleva la cornetta e l’appoggia al fianco. C’era una impronta sul telefono ma non è stata inserita nella relazione finale del Ris di Parma perchè non aveva il numero necessario di minuzie per poterla identificare univocamente”.
DELITTO DI GARLASCO, MANIERI: “MI ASPETTAVO PIU’ SANGUE SUL PIGIAMA”
Infine sul famoso pigiama di Chiara, che però risulta essere poco insanguinato, Manieri precisa:: “Mi aspettavo di vedere un pigiama insanguinato data anche la posizione del colpo, quindi ho pensato che qualcosa abbia intercettato il contatto fra l’oggetto usato per colpire e il sangue, forse gli è stata avvolta la testa con uno straccio per attutire i ruoli e per contenere la proiezione di sangue, questo ci fa pensare che chi ha colpito era alle spalle di Chiara e non si sia macchiato. E’ stata colpita in due posizioni, quando era in ginocchio e poi quando è caduta a terra, il corpo non è stato trasportato ma penso gli sia sfuggito di mano perchè chi lo stava trasportando stava cadendo dalle scale”.
Una ricostruzione che riscriverebbe quindi la scena del crimine di Garlasco, con due persone presenti sulla scena, due diversi individui che si sarebbero aiutati nell’uccidere la povera ragazza: ma è andata davvero così? Vedremo se da queste nuove indagini emergerà qualcosa in questa direzione ma non va dimenticato che si indaga per l’omicidio in concorso.