A Storie Italiane si torna sul giallo di Garlasco con l'intervista a Francesco Marchetto, ex carabiniere: ecco che cosa ha detto in diretta tv
Si torna a parlare del caso di Garlasco a Storie Italiane, e in collegamento vi era l’ex carabiniere Francesco Marchetto. Il focus stamane è stato sul mistero delle luci accese nella casa della nonna di Chiara Poggi – disabitata – la sera prima dell’omicidio. Marchetto ha precisato, in merito alle indagini: “Io mi ricordo che all’epoca anche noi della stazione di Garlasco abbiamo collaborato con i colleghi di Groppello Cairoli, che avevano la competenza della casa dei nonni”.
E ancora: “Abbiamo collaborato a sentire le persone, noi poi prendevamo gli atti e li portavamo al reparto operativo di Pavia, quindi bisogna vedere con loro perché non sono andati oltre la semplice visione dell’esterno”. Marchetto ha poi precisato: “Io c’ero in quel periodo, ma in quel momento la competenza era di Groppello Cairoli”.
DELITTO DI GARLASCO, MARCHETTO E L’ALIBI SU STASI
E’ poi tornato sull’alibi di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Garlasco: “Io non vorrei che tante cose non siano state fatte perché, se voi vi ricordate, all’inizio, quando è stato toccato il computer di Stasi e gli è stata cancellata la memoria che riguardava quell’alibi, ricordiamoci che l’alibi è tornato in essere solo dopo la perizia disposta dal gip di Vitelli (il giudice che assolse Stasi, ndr), per due anni si è pensato che Stasi non avesse l’alibi, non è che si è puntato solo su Stasi e c’è stato un binario a senso unico?”.
Quindi ha aggiunto: “La stazione di Garlasco è ubicata a Garlasco, ricordiamo che all’epoca era intervenuto il reparto operativo di Pavia e il comando operativo di Vigevano, entrambi retti da un comando ufficiale, quello è il problema, non rientrava nella cerchia di quello che si sarebbe potuto fare a livello di stazione, era tutto coordinato a livello ufficiale”.
DELITTO DI GARLASCO, IL COMMENTO DI MARINA BALDI
In studio a Storie Italiane vi era anche Marina Baldi, nota genetista nonché facente parte del team difensivo di Andrea Sempio, che ha spiegato: “Non entro nel merito della colpevolezza o meno di Alberto Stasi, parliamo di un altro procedimento, ma è giusto interrogarsi e capire perché non sono state fatte tante cose, le criticità ci sono e non si può negare che ci siano stati degli errori, purtroppo è una cosa che accade”.
Il dubbio di Marina Baldi e di Francesco Marchetto lo hanno molti altri addetti ai lavori, a cominciare ovviamente dai legali difensori dello stesso arrestato, che sarebbero pronti a chiedere la revisione del processo, ma solamente quando l’indagine su Andrea Sempio sarà conclusa. La sensazione è che realmente siano stati fatti diversi errori, ovviamente tutti in buona fede, durante l’indagine di Garlasco del 2007, e c’è il serio rischio che, anche dopo che l’indagine attuale sarà conclusa, l’assassino di Chiara Poggi non abbia un volto.
