Delitto di Garlasco, messa di suffragio per Chiara Poggi oggi a 18 anni dall'omicidio. Cosa succede dopo "caduta" Ignoto 3: resta ipotesi di più assassini

DELITTO DI GARLASCO 18 ANNI DOPO

La famiglia di Chiara Poggi resta in silenzio, a maggior ragione oggi che ricorre il triste anniversario della sua morte, ma del delitto di Garlasco si torna a parlare a Zona Bianca, in prima serata su Rete 4.

Quest’anno cade con le indagini nuovamente in corso su Andrea Sempio, anche se il condannato in via definitiva è Alberto Stasi, fermato nel settembre del 2007, rilasciato quattro giorni dopo per mancanza di prove, assolto due anni dopo, decisione confermata in appello nel 2011, ma la Cassazione nel 2013 ribaltò tutto, ordinando un nuovo processo di secondo grado, che nel 2014 lo condannò a 16 anni, pena confermata definitivamente dieci anni fa.



Non sono mancate le richieste di revisione, ma sono state tutte respinte. Ora però c’è una nuova indagine a carico di Andrea Sempio, che finì nel mirino degli inquirenti già nel 2017, per poi essere archiviato.

Villetta dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco (Foto 2025 ANSA / FABRIZIO CASSINELLI)

Nelle ultime ore è emersa un’importante novità sulle nuove indagini: Ignoto 3 è un uomo morto quasi due decenni fa, proprio a ridosso del delitto di Garlasco. Dunque, si tratta di una contaminazione, per una garza sporca o per la pinza usata per il tampone, con la salma di un uomo esaminata nella stessa sala autoptica di Vigevano.



LE REAZIONI DEI LEGALI

Per l’avvocato Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, è l’ennesima conferma di “fumo negli occhi” buttato contro il suo cliente, ma prestò la verità emergerà “e il clamore si placherà“. Non aveva dubbi l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi, secondo cui “ogni passaggio conferma la responsabilità di Stasi“.

Invece, i difensori di Alberto Stasi promettono battaglia per la revisione della condanna. Ma l’ipotesi degli inquirenti non è cambiata: per la Procura di Pavia ci sono più assassini. Per questo è stato affidato alla patologa forense Cristina Cattaneo l’incarico di valutare tutti gli elementi raccolti e la documentazione disponibile per determinare l’ora del decesso di Chiara Poggi e rivalutare le sue lesioni per stabilire se fu uccisa da una o più armi, provando anche a identificarle.



IL PARERE DI ANNA VAGLI

La criminologa Anna Vagli, a proposito della prospettiva di una nuova richiesta di revisione, ha ricordato che serve una prova nuova o dimostrare che la condanna poggi su falsità in atti o in giudizio, ma la contaminazione non rientra in nessuno dei due scenari.

È vero, le contaminazioni non dovrebbero esistere in una scena del crimine. Ma chi ci lavora sa che accadono, e più spesso di quanto si ammetta. Sono però, di per sé, insufficienti a riscrivere la storia di un delitto come quello di Garlasco“, ha scritto sulle colonne del Quotidiano Nazionale.