Delitto di Garlasco, la nomina del genetista Emiliano Giardina come perito nella nuova indagine su Andrea Sempio rischia di saltare: cosa sta succedendo
La nuova inchiesta sul delitto di Garlasco va avanti tra diversi colpi di scena, nel solco della rinnovata querelle che vede contrapporsi innocentisti e colpevolisti intorno ai profili dell’unico condannato, Alberto Stasi, e dell’attuale indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, Andrea Sempio.
Quest’ultimo era finito nel registro notizie di reato già nel 2016 (dopo la sentenza passata in giudicato) – all’esito di un esposto della difesa di Stasi con annessa analisi genetica di parte sul Dna prelevato di nascosto da una tazzina – e nel 2017 la sua posizione era stata archiviata. All’epoca, diversi esperti si erano espressi sulla questione al di fuori dell’esercizio di un ruolo nella vicenda legale e giudiziaria, e tra questi spicca un nome: Emiliano Giardina.
Si tratta dello stesso genetista forense, tra i nomi di punta nel settore a livello italiano e noto anche per il suo impegno nel caso di Yara Gambirasio, recentemente nominato come perito del delitto di Garlasco (quindi tecnicamente super partes) dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli per occuparsi delle analisi su Dna e reperti su Chiara Poggi Poggi nell’ambito dell’incidente probatorio previsto nella nuova inchiesta a carico di Sempio.
Ora la Procura ha chiesto la ricusazione di Giardina proprio perché non sarebbe imparziale: a pesare sulla sua nomina, ora in bilico, una intervista rilasciata a Le Iene nel 2017 sul nodo del profilo genetico di Andrea Sempio trovato sulle unghie di Chiara Poggi dal collega e consulente di parte (incaricato allora dai difensori di Alberto Stasi) Pasquale Linarello.
Delitto di Garlasco, Emiliano Giardina rischia di saltare dal ruolo di perito nella nuova indagine su Andrea Sempio
L’istanza di ricusazione per Emiliano Giardina riguardo al delitto di Garlasco ha innescato un dibattito acceso tra chi ritiene la richiesta dei pm pavesi infondata e chi, invece, sostiene sia necessario escluderlo dalla nuova indagine su Andrea Sempio. Certamente la Procura di Pavia vuole “resettare” tutto, rosa di consulenti tecnici compresa, per ripartire da zero con una inchiesta che punti a nuove analisi genetiche scevre di ogni pregiudizio. Parallelamente, la difesa di Alberto Stasi ha chiesto l’esclusione di Luciano Garofano dal ruolo di consulente di Andrea Sempio, e anche su questo sarà un giudice a decidere.
Ma cosa disse Emiliano Giardina in merito al profilo isolato dalla difesa di Alberto Stasi nel 2016, quando venne indagato per la prima volta Andrea Sempio? Interpellato sul punto da Le Iene, il genetista forense espresse più di un dubbio sulle capacità identificative della traccia isolata sulle unghie di Chiara Poggi (che ieri il consulente di Stasi, Pasquale Linarello, e oggi quello della Procura, Carlo Previderè, hanno ritenuto essere perfettamente comparabile ascrivendola proprio ad Andrea Sempio) e parlò di una sostanziale impossibilità di attribuzione.
“Il tracciato non è confrontabile – aveva dichiarato in quella sede Giardina, di fatto entrando nel merito del caso – perché è relativo al cromosoma Y che non è identificativo in quanto riconducibile a un solo individuo di sesso maschile ma a un’intera famiglia di individui (…). In questa traccia noi abbiamo la presenza di almeno due individui distinti perciò non possiamo dire a chi appartiene questo profilo (…)“.