Quarto Grado si occupa del caso di Garlasco, soffermandosi in particolare sull'impronta 33: di chi è quella traccia? Le diverse vedute

Ampia discussione su Garlasco ieri negli studi di Quarto Grado e in particolare sull’impronta 33, la traccia sul muro delle scale di casa Poggi dove è stato trovato il corpo di Chiara. La procura ha sempre additato quell’impronta ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta su Garlasco, e da ieri anche la difesa di Stasi la pensa allo stesso modo e ieri ha presentato una consulenza secondo cui nella stessa impronta vi sarebbe del sangue.



Per Carmelo Abbate si tende a sminuire troppo il lavoro dei difensori di Stasi: “Non si può ricondurre tutto ad una foto, se no quando le consulenze le fanno gli altri sono luminari e quando arrivano i consulenti di Stasi sono dei peracottari e ci scrivono dentro che c’è il sangue, lo hanno fatto con un esperimento giudiziale che è un esperimento di prova e ricordo che anche la camminata di Stasi era un esperimento giudiziale”.



La pensa però diversamente il generale Garofano, ricordiamo, all’epoca dei fatti di Garlasco comandante dei Ris, mentre oggi è il consulente di Andrea Sempio: “Io rimango aderente ai contenuti scientifici. Devo leggere la consulenza, non l’abbiamo ancora in disponibilità, certo è che una sperimentazione di parte che ha mille variabili non può confrontarsi con una foto e trarre una conclusione scientificamente valida. Il test fatto all’epoca fu fatto in contraddittorio con i consulenti di Stasi quindi tutte quelle analisi avevano un senso. Se è vero che hanno riconosciuto adesso 15 punti di identità come ha fatto la procura per me quella consulenza di Stasi vale davvero poco perchè quei punti caratteristici non ci sono”.



DELITTO DI GARLASCO E IMPRONTA 33, GAROFANO: “QUEL MANICHINO…”

In studio passa quindi una foto contenuta nella consulenza dei difensori di Stasi in cui si vede un manichino che appoggia la mano dove c’è appunto l’impronta 33: “E’ una posizione innaturale – commenta Garofano – sembra un ubriaco, ripeto, devo leggere la consulenza perchè magari questa foto è preceduta da una spiegazione, ma mi sembra forzata, tra l’altro non dimentichiamoci sempre che sul primo grado, impronte insanguinate di scarpe non ce ne sono, quindi anche questa è una forzatura, le ultime scarpe a pallini attribuite al dottor Stasi sono sul gradino zero”.

Secondo il genetista Portera, in un eventuale processo ai danni di Sempio “La differenza la farà chi saprà esporre in maniera più scientifica e accurata se ci sono 15 o 5 minuzie. E’ fondamentale capire come sia stato fatto questo esperimento e capire se la consulenza può essere portata avanti o meno”.

Menga, inviato di Quarto Grado, fa notare comunque una cosa interessante contenuta nella consulenza di Stasi: “Su questa traccia di sudore e sangue è stato fatto il combur test che ha dato un esito dubbio e anche l’obti test specifico per il sangue umano, che ha dato esito negativo, come era stato fatto dai Ris all’epoca: ciò significa che in presenza di sangue quel test può risultare negativo per l’interferenza della ninidrina o di qualche sostanza presente nell’intonaco”. Infine le parole dell’avvocatessa di Andrea Sempio, Angela Taccia, che si è limitata a commentare: “Questa è una tesi di parte, una consulenza di parte e vale come la nostra, vedremo quello che succederà”.

Garlasco, Abbate (Foto: Quarto Grado)

DELITTO DI GARLASCO E IMPRONTA 33: LE PAROLE DI REALE

Chi ha ragione quindi? Gli avvocati di Stasi e la procura, per cui l’impronta 33 sarebbe di Sempio e anche contenente sangue, o quelli di Sempio, che invece sostengono che non si possa individuare una corrispondenza con l’indagato, ne tanto meno stabilire se vi sia sangue?

In tutto questo c’è la posizione della famiglia Poggi, esternata da Paolo Reale, consulente ingegnere e cugino di Chiara: “Nella storia di questo processo si dimentica che la parte offesa è stata sempre quella che ha fatto richieste di analisi a 360 gradi comprese quella delle unghie che ha dato luogo a questa indagine. L’avvocato Tizzoni (legale dei Poggi ndr) ha dato assenso a tutte le analisi e a tutte le parte coinvolte, l’unica richiesta che abbiamo fatto riguarda l’impronta 33”.

“Al di là degli aspetti giuridici – aggiunge – mi colpisce che nelle motivazioni che ha portato la procura si dice che non si può procedere ad un accertamento biologico sulla base delle foto e poi pochi giorni dopo vediamo che è stata fatta una consulenza su queste foto, ma c’è qualcuno che ha paura di questo incidente probatorio? Ipotizziamo che venga chiesto un rinvio al giudizio e non venga fatto, rimarremo per i prossimi 3 anni sull’impronta 33? La famiglia Poggi viene sempre accusata di non voler scoprire la verità. Non parliamo di chi vuole o meno la verità, diventa una questione strumentale”.

DELITTO DI GARLASCO E IMPRONTA 33: TACCIA VS REALE

Angela Taccia non ci sta a queste “accuse” replicando: “Non è una questione di paura o non paura, non è il momento. I ruoli vanno mantenuti. C’è l’avvocato Lovati che ha 40 anni di esperienza, sembrate tutti avvocati”. Ricordiamo che i legali di Sempio si sono opposti all’inserimento dell’impronta 33 nel maxi incidente probatorio che si è concluso in questa settimana, sposando quindi la linea della Procura nonché dei legali di Alberto Stasi.

La sensazione è che quell’impronta resterà a lungo dibattuta, come spiegato dall’ingegner Reale, e forse era il caso di fare chiarezza, in ogni caso sembra essere di poco conto anche perchè le due consulenze si scontrano e sembra molto complesso associare la traccia di Sempio a del sangue, visto che si può lavorare solamente su una foto. Vedremo comunque come evolverà questa indagine su Garlasco che sta regalando grandi colpi di scena.