A Quarto Grado una intervista esclusiva ad Andrea Sempio sul giallo di Garlasco: ecco le sue dichiarazioni sull'omicidio di Chiara Poggi
Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Garlasco nel 2007, è stato intervistato ieri sera da Quarto Grado. Ha cercato di rispondere punto su punto a tutti i dubbi dell’opinione pubblica, a cominciare dal famoso DNA sulle unghie di Chiara Poggi. “Neanche l’accusa dice che è esattamente il mio DNA – le prime parole di Andrea Sempio – cosa che probabilmente sarebbe se si fosse trattata di una traccia lasciata durante un’aggressione”.
Secondo l’indagato: “Non si arriverà a dire che è esattamente mio, troveremo una traccia flebile, indefinita, una contaminazione… io frequentavo la casa. Dicono di aver trovato questa traccia mista, chi sia il misto non si sa, può essere di Stasi, di un altro familiare o di qualcun altro”.
Sull’impronta 33: “Era nata come non attribuibile a nessuno, abbiamo fatto le nostre verifiche, non credo che sia attribuibile a me, poi se risulterà mia va bene, ma è una cosa su cui anche i consulenti che hanno fatto perizie contro Sempio concordano nel dire che non è insanguinata. È sul muro della scala? Io sono sceso qualche volta in cantina e nello stesso punto ci sono le impronte di altre persone, era un luogo di passaggio dove ci si appoggiava”. Sul famoso pizzino trovato in casa dei genitori,
Venditti gip archivia: “Un appunto che si è preso mio padre, lui voleva scrivere 20 e 30 euro e non è interpretabile in altro modo, se voleva scrivere in migliaia scriveva in migliaia, era il costo per ritirare l’archiviazione, il costo della copia cartacea dell’archiviazione”.
DELITTO DI GARLASCO, SEMPIO E IL “GIALLO” DELLO SCONTRINO DI VIGEVANO
L’intervista ad Andrea Sempio si è concentrata ovviamente anche su un altro elemento cardine di tutta la vicenda Garlasco, leggasi lo scontrino del 13 agosto 2007 prodotto dallo stesso indagato a Vigevano. A riguardo Sempio ha ribadito di essere andato quel giorno in libreria in quanto appassionato di libri e anche perchè in quei giorni non vi era nessuno dei suoi amici in giro e non sapeva cosa fare. Per Sempio è stato normale tenere quella traccia, aggiungendo che se fosse andato ad esempio al cinema il 13 agosto avrebbe tenuto anche quello scontrino.
A chi invece contesta la durata del percorso, l’indagato ha semplicemente ricordato che nel corso degli anni la viabilità da Garlasco a Vigevano è cambiata di conseguenza oggi ci si impiega un tempo differente per arrivare in libreria rispetto a quanto fece lui nel 2007.
Sempio ha continuato: “Questa vicenda ha cambiato totalmente la mia vita, essendo la seconda volta… ci siamo ricaduti dentro, quando è successo ai miei ho detto ‘siamo di nuovo qua’, è un calvario che si ripresenta ogni tot anni, puoi solo aspettare e basta, sperando che si risolva in fretta. Paura di essere arrestato? Non so a livello procedurale quali siano gli estremi per un arresto, sono convinto che si risolverà, comunque non sarà una vicenda veloce, prima di metà del prossimo anno saremo ancora qua. Non ho ucciso Chiara Poggi”, ha poi detto con fermezza.

DELITTO DI GARLASCO, SEMPIO FA CHIAREZZA SULLE TRE TELEFONATE A CASA DI CHIARA
Andrea Sempio è ritornato infine sulle famose tre telefonate fatte a casa di Chiara a Garlasco: “Io sapevo che Marco doveva partire, non sapevo esattamente la data. Quelle famose tre chiamate… ce n’è una da uno o due secondi, una chiamata brevissima che era stata un errore perché io avevo in rubrica il numero Poggi casa e cellulare e ho indirizzato la chiamata su un numero invece che sull’altro”.
“Nella chiamata successiva non riuscivo a contattare Marco quindi ho chiamato a casa e mi hanno detto che non c’era. Immagino fosse Chiara a rispondermi, poi ai carabinieri ho detto che non ci posso mettere la mano sul fuoco”.
“Il giorno successivo non riesco a contattare Marco, chiamo consapevolmente casa Poggi chiedendo quando tornerà, mi viene riferita la data da Chiara e poi non parlo più. Nei giorni successivi, una volta avuta l’informazione, non l’ho più sentito, poi visto quello che è successo non ci siamo più sentiti fino a che non ci siamo trovati all’obitorio”.
Quelle telefonate sono sempre state oggetto di discordia, ma in realtà il racconto che fornisce Andrea Sempio è sempre stato riscontrato anche dai carabinieri e la conferma arriva anche dal fatto che Sempio riferì di queste tre telefonate prima che lo stesso sapesse o meno di essere indagato.
Come sempre quindi le parole dell’indagato per i fatti di Garlasco appaiono genuine e in linea con quanto già detto più volte in passato. Vi è inoltre la sensazione che al momento non vi sia una prova chiara, certa e inconfutabile che permetta di collocare lo stesso sulla scena del crimine il 13 agosto 2007. A questo punto, se anche la prova del DNA dell’incidente probatorio dovesse cadere, la sua posizione potrebbe essere archiviata.
