Mattino 5 News ha parlato con il giudice Stefano Vitelli, colui che assolse in primo grado Alberto Stasi. Le sue dichiarazioni
Mattino 5 News ha trattato l’argomento Garlasco parlando con il giudice Stefano Vitelli, colui che ha assolto Alberto Stasi in primo grado. Per il giudice c’erano troppe cose che non quadravano a cominciare dalla famosa bicicletta segnalata dalla testimone Bermani: “Qui avevamo un dato testimoniale attendibile come quello della Bermani che parlava però di un altro tipo di bicicletta, abbiamo anche provato ad immagine su sollecitazione delle parti che Stasi avesse utilizzato altre bici, avevamo sentito alcune testimoni sulle biciclette nell’officina del padre, se fosse possibile, era tutto molto confuso e molto incerto. In primo grado la cosa più lineare era che Alberto Stasi fosse andato con la sua solita bici e tornando indietro abbia lasciato una traccia biologica della vittima ma questa ricostruzione incontrava un ostacolo fortissimo della Bermani che ci parlava di una bici da donna che non coincideva, dato scientifico e dato testimoniale non combaciavano”.
Ma cosa c’era sul famoso pedale? Ha cercato di fare chiarezza Giada Bocellari, uno degli avvocati di Alberto Stasi, che sempre a Mattino 5 News ha spiegato: “Il ris cosa disse su questo dna delle bici? Disse che videro dei globuli rossi quindi era sangue. Questa argomentazione venne già smentita nel 2007 al punto che Stasi venne scarcerato, fu poi chiarita da una perizia del giudice nel 2009, non da una consulenza della difesa. I periti hanno controllato i vetrini e risultava la presenza di lieviti, non funghi, questo dato è importantissimo perchè non proviene da una consulenza di parte ma da una perizia e i periti furono anche sentiti a processo”.
DELITTO DI GARLASCO, GIADA BOCELLARI SUL DNA SULLA BICI
E ancora: “C’era il dna di Chiara Poggi su uno dei due pedali della bici Umberto Dei che però non corrisponde a quella vista dai testimoni, ma senza tracce di sangue. Il dna da cosa derivava? La mamma di Chiara disse che Chiara e Alberto erano andati in primavera alla festa delle Bozzole e lei era tornata con la caviglia escoriata e potrebbe essere epidermide ma anche uno starnuto… ciò che conta è che quello non era sangue”.
Anche l’avvocato De Rensis, presente in studio a Mattino 5 News, ha precisato sulla Bermani: “La testimone Bermani, che è uno dei più attendibili, ha avuto quella granitica certezza che è mancata poi al testimone ritenuto inattendibile (riferendosi probabilmente a Muschitta ndr). La signora Bermani anche sollecitata più volte lo ha detto, io non cambierà mai quello che ho visto, quella è la bicicletta: l’attendibilità della maturità e l’inattendibilità di un altro testimone. Quel sangue sul pedale – ha aggiunto – ha portato all’arresto in mondovisione di Stasi “assassino e bastardo”. Noi siamo garantisti con Andrea Sempio ma ci dimentichiamo di quanto accaduto a Stasi. Poi dopo due giorni è stato rilasciato”. Il giudice Vitelli ha parlato anche del pc di Alberto Stasi e quindi delle tempistiche necessarie al fidanzato di Chiara Poggi, per uccidere la povera ragazza, in totale 23 minuti, dalle 9:12 alle 9:35, di cui 8-9 minuti, come precisa l’avvocato De Rensis, solo per il percorso da casa Poggi a casa Alberto.

DELITTO DI GARLASCO, VITELLI: “QUELLE TEMPISTICHE NON COMBACIAVANO”
“Mi chiamò il perito informatico – le parole del giudice Vitelli – e mi disse. ‘dottore, mi faccia fare le ultime verifiche ma glielo do al 99 per cento che Stasi stava lavorando alla tesi, abbiamo pulito i dati e siamo riusciti a capire che lui stava lavorando alla tesi’ e mi sorprese umanamente. Da lì iniziò una serie di valutazioni su tempistiche – ha proseguito il giudice – e su come fosse possibile essere andato in bicicletta dalla fidanzata e in fretta e furia con una dinamica che non si è risolta in un secondo ma ha determinato una serie di punti, spostamenti, molto traumatica e molto violenta, e poi sarebbe tornato a casa e la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di accendere il pc, guardare due immagini porno come era sua abitudine, sbagliare la password come era sua abitudine e poi lavorare alla tesi”.
Per l’avvocato De Rensis “L’orario dell’omicidio è stato spostato due anni dopo la morte di Chiara, pur di portare avanti questa accusa l’orario è retrodatata diventa 9:12-9:35”, tenendo conto che proprio dalle 9:35 Alberto Stasi risulta essere al computer. Insomma, il giudice Vitelli, come più volte precisato, non se la sentì di condannare l’ex laureando in quanto vi erano troppe cose che lasciavano spazio a dei dubbi, di conseguenza l’imputato venne assolto e lo stesso accadde anche in Appello, prima della Cassazione che ha ribaltato una doppia conforme: il resto è storia di questi giorni, con la nuova indagine che di fatto sta rimettendo in discussione tutto ciò che è stato fatto nel 2007, anche se al momento non è emerso nulla di eclatante.
