Delitto Novi Ligure, 20 anni fa il massacro/ Erika e Omar: l’indulto e la nuova vita
Delitto Novi Ligure: sono trascorsi 20 anni dal massacro di Erika e Omar. I due uccisero con 96 coltellate la madre e il fratellino della ragazza

Il prossimo 21 febbraio ricorrono i 20 anni da uno dei massacri che sconvolse l’Italia intera: il delitto di Novi Ligure, in provincia di Alessandria. Era il 21 febbraio 2001 quando Erika De Nardo, 16 anni, e il fidanzato Mauro Favaro, detto Omar, 17 anni, meglio noti come “Erika e Omar”, uccisero a coltellate la madre e il fratellino di lei, Susanna “Susy” Cassini di 41 anni e Gianluca di appena 11. Un delitto tra i più efferati, come raccontò la stampa dell’epoca. Secondo la ricostruzione rammentata anche dal Corriere della Sera, la madre di Erika era appena tornata a casa con il bambino dopo gli allenamenti di basket. Una lite sullo scorso rendimento scolastico dell’adolescente si trasformò in un vero e proprio massacro. Susy fu colpita 40 volte mentre implorava di risparmiare il fratellino che però dopo aver assistito all’atroce omicidio della madre non ebbe scampo. Lui fu ucciso con 57 coltellate e trovato nella vasca da bagno del piano di sopra.
Secondo la ricostruzione dell’accusa i due avrebbero progettato l’omicidio anche del padre di Erika, Francesco De Nardo, il quale non era in casa al momento del massacro. Durante il processo l’uomo è sempre rimasto al fianco della figlia. Il Tribunale per i Minorenni di Torino condannò Erika e Omar in primo grado a 16 e 14 anni di reclusione, pene confermate poi in Appello e in Cassazione nel 2003.
DELITTO NOVI LIGURE 20 ANNI FA: LA NUOVA VITA DI ERIKA E OMAR
Grazie all’indulto ed allo sconto di pena, Erika e Omar sono tornati liberi prima del tempo, ovvero nel marzo 2010 il ragazzo e nel dicembre dell’anno successivo la ragazza. Durante una sua partecipazione a Matrix, nel 2011, il ragazzo commentò: “Per anni ho avuto l’incubo delle urla di Gianluca e della madre di Erika che le diceva “ti perdono, ti perdono””. Come rivela l’Ansa, il giovane si è trasferito in Toscana dove si è rifatto una vita con una nuova compagna e lavora come barista. Anche per Erika le porte del carcere si aprirono in anticipo. La giovane si è sposata e grazie alla comunità Exodus di don Mazzi si è laureata in filosofia con 110 e lode. “Ha una nuova vita. Ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo processo”, ha raccontato al settimanale Oggi don Antonio Mazzi. Il padre di Erika, Francesco De Nardo, dopo essere scampato al massacro ha perdonato la figlia senza mai smettere di restarle accanto.
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