Andrea Delmastro Delle Vedove ha rassicurato coloro che temono che la riforma della Giustizia promossa dal Governo di Giorgia Meloni possa cancellare il concorso esterno in associazione mafiosa. “La linea è chiara: non si tocca. Il Ministro Carlo Nordio non ha detto che vuole abolirlo”, ha affermato il sottosegretario in una intervista al Corriere della Sera.
“Diciamo che si è scatenata una tempesta perfetta sul ‘Nordio-pensiero’. Un corto-circuito logico. Perché il ministro ha detto che non esiste. E semmai che vuole intervenire con una norma ad hoc, che non significa abolire ma tipizzare un reato ad hoc”, ha precisato. Anche in merito a questo, tuttavia, non ci sono progetti ben definiti. “Non è nel programma di Governo. Ma comunque rassereno tutti: non c’è nessuna volontà di abbassare l’asticella nella lotta alla mafia. E non potrebbe essere che così. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tratto fonte di ispirazione politica da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nessuno strumento della lotta alla mafia sarà indebolito da questo Governo”, ha ribadito.
Delmastro sulla riforma della Giustizia: la lotta contro la mafia del Governo
Il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove a proposito della lotta contro la mafia ha voluto sottolineare che il Governo di Giorgia Meloni si è già ampiamente mosso in questa direzione. “Come primo atto abbiamo sventato la sostanziale abolizione dell’ergastolo ostativo per i mafiosi che non collaborano. Abbiamo una normativa eccezionale nella aggressione di patrimoni illeciti. Strumenti improntati al follow the money di Falcone come la confisca preventiva (che all’estero chiamano “confisca senza condanna”) e quella allargata a denaro non strettamente collegato al reato, che ci fanno essere studiati e lodati dagli altri Paesi come ho avuto modo di vedere ad Anversa nel Forum della coalizione dei Paesi contro il crimine organizzato”, ha ricordato.
E conclude: “Figuriamoci se vogliamo smantellarli. Manterremo tutto. Lo abbiamo dimostrato anche nella lotta all’ammorbidimento del 41 bis, sulla quale penso di poter dire qualcosa”. Il riferimento, ovviamente, è al caso Cospito.