Desaparecidos bruciati in 7 centri di sterminio/ Messico, trovati 867mila resti umani

- Alessandro Nidi

867mila resti umani rinvenuti in sette centri di sterminio in Messico: si tratta di desaparecidos, ora si cercherà di risalire alla loro identità

Confine Messico-Usa Confine Messico-Usa (LaPresse)

867mila resti umani bruciati sono stati rinvenuti presso sette centri di sterminio in Messico: si tratta di desaparecidos, i cui frammenti (termine che può sembrare crudele, ma che più di ogni altro risulta adiacente alla realtà) erano celati tra la polvere dello Stato di Nuevo Leòn, ai confini con il Texas. A rendere noto il ritrovamento è stato il sodalizio Fundel (Fuerzas unidas por nuestros desaparecidos), che raggruppa i familiari delle vittime delle persone scomparse ed è promosso dal governo locale, dall’ufficio del procuratore generale dello Stato e dalle Commissioni di ricerca nazionale.

Come riporta il quotidiano “Avvenire”, è il tragico epilogo di una lotta per la verità lanciata proprio da Fundel a partire dal 2014, al fine di conoscere dove fossero spariti, figli, fratelli, sorelle, nipoti. Uomini, donne. L’associazione scrive: “La Commissione nazionale di ricerca (Cnb) ha confermato l’esistenza di centri di sterminio per persone scomparse in diversi Stati della Repubblica, scoprendo un livello massimo di crudeltà e un sistema operativo che poteva funzionare solo con la complicità o il silenzio delle autorità”.

CENTRI DI STERMINIO PER DESAPARECIDOS IN MESSICO: RECUPERATI ARTI E OSSA

In Messico, i resti dei desaparecidos oggetto di individuazione includono femori, tibie, crani, mani e altro, con evidenti segni di bruciatura al fine di renderei corpi irriconoscibili. Fundel, come sottolinea “Avvenire”, ha localizzato i ritrovamenti in luoghi non troppo distanti da Monterrey, area nota per le operazioni condotte dai narcotrafficanti. “Quello che è successo in questi Stati del Paese durante l’amministrazione dell’ex presidente Felipe Calderón mostra un fallimento dello Stato che ha permesso la scomparsa di migliaia di suoi cittadini”, ha commentato Karla Quintana, titolare della Commissione nazionale di ricerca delle vittime.

La donna ha parlato senza mezzi termini di “forni crematori, che possono ricordare quelli della Seconda Guerra Mondiale. Qui hanno cercato di far sparire, polverizzandole, centinaia di persone affinché non ne rimanesse traccia”. Grande l’ansia, adesso, per i familiari di tutte le vittime, che ora attendono di scoprire se si tratti dei loro cari scomparsi e dei quali non hanno più avuto notizie.





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