Il film di Tony Kaye "Detachment - Il distacco" è una riflessione-giudizio sul mondo della scuola e sugli insegnanti
Detachment – Il distacco, diretto da Tony Kaye, è un film da vedere perché racconta la storia di un insegnante, Henry Barthes (Adrien Brody), che vive tutto con distacco, fino a rimanere supplente proprio per non legarsi a niente e a nessuno.
Il distacco non è l’indifferenza che invece vivono i suoi colleghi che ben fanno vedere che cosa sia la scuola d’oggi, dove non vi è amore al destino dei ragazzi ma unicamente affermazione di sé e del proprio ruolo. Qui sta il fallimento che Henry Barthes denuncia, il fallimento di una generazione di adulti che ha ridotto ogni ragazzo e ogni ragazza come spunto della realizzazione di un proprio progetto su di loro: Tony Kaye fa vedere questo in modo crudo, i ragazzi e le ragazze di questa scuola sono assorbiti dall’immagine che hanno di loro genitori e insegnanti, sono senza libertà e questo li abbruttisce, è per questo che si perdono.
Lo sguardo di Henry Barthes non è così, anche se vive solo di attimi, che generano, però, un rapporto come con Erica e Meredith. Lì si vede che quel distacco va in frantumi, è la sofferenza per Meredith, l’abbraccio a Erica che indicano la differenza tra Henry Barthes e tutti gli altri insegnanti e genitori.
Vi è un attimo in cui Henry Barthes avverte che cosa c’è in quel distacco che lui vive e che è segnato dai tanti drammi della sua vita: lui ha una certezza, che “questi ragazzi hanno bisogno di ben altro”. Qui sta il vero educatore, qui dove vi è la coscienza che i ragazzi o i figli che si hanno davanti hanno bisogno di altro, mentre fallisce come educatore chi pensa che i ragazzi hanno bisogno di lui o di lei.
Ma per trovare la strada per poter camminare verso il proprio destino, dice Henry Barthes, “ci serve almeno un appiglio che ci permetta di fronteggiare la complessità del mondo reale. Non parlo di un appiglio astratto, ma di un aiuto vero. Noi tutti, se potessimo, ci eviteremmo la battaglia per riuscire ad essere qualcosa e venir fuori dall’implacabile disagio che ci accompagna…”: questo appiglio è un incontro umano, come quello che lui ha con Erica e Meredith, è un vero incontro umano che butta nella vita, e un incontro umano porta dentro un respiro di libertà.
Questo film, costruito con il metodo delle interviste e dei flashback, è una riflessione-giudizio sul mondo della scuola che viene impietosamente condannato perché gli insegnanti sanno già chi sono e cosa devono fare i ragazzi e le ragazze e così li chiudono nelle loro anguste gabbie: meglio un Henry Barthes che fa il supplente a vita e non lega a sé nessuno, ma proprio perché non lega a sé nessuno si accorge del grande bisogno che questi ragazzi e ragazze hanno, il bisogno di un amore vero, che non è legare a sé, ma amare la loro libertà.
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