L’ultimo rapporto stilato dalla Direzione Investigativa Antimafia (la Dia, ndr) annuncia e allarma sulle attività sospette che in ogni parte d’Italia vengono mosse ogni giorno dalle maggiori organizzazioni criminali: ma oltre alle “solite” tre (Cosa Nostra, ‘ndrangheta, Camorra) si aggiunge nell’allarme della Dia anche la mafia nigeriana. Secondo la Dia, essa è «in costante contatto con la madre patria, che è necessario monitorare per prevenire contaminazioni da parte di espressioni estremiste filo-islamiche presenti in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi». Sentita “emergere” in più occasioni come possibile sfondo dell’orrendo omicidio di Pamela Mastropietro, la mafia proveniente dalla Nigeria purtroppo ha preso sempre più piede nel nostro Paese con organizzazione capillare e radicale tanto al Nord quanto al Centro-Sud: secondo il rapporto della Dia, va svolta massima attenzione anche negli istituti penitenziari per «evitare che si alimenti la radicalizzazione».
L’ALLARME DELLA DIA PER LE MAFIE IN TUTTA ITALIA
Nel lungo rapporto stilato dalla Direzione Investigativa Antimafia, la mafia nigeriana viene individuata sia nelle carceri, dove purtroppo prolifera da tempo tra i detenuti, ma anche all’interno di spazi controllati da altre mafie: «in Sicilia ha trovato un proprio spazio, anche con il sostanziale placet di Cosa Nostra». Il documento Dia offre poi una seconda lettura interessante di come si sta evolvendo la mappa criminale nel nostro Paese, con lo spostamento sempre più a nord degli affari essendoci maggiori “attrazioni”, chiamasi denaro: «Le regioni del Nord primeggiano per la quantità di operazioni sospette delle mafie, con il 46,3%. Al Sud la percentuale è del 33,8% e al Centro del 18,7%». È una mafia definita “liquida” quella raccontata dalla Dia, che opera in Italia «in maniera occulta, utilizzando per i propri scopi criminali delle teste di legno. Una mafia latente che potrebbe, in prospettiva, manifestarsi con caratteri più evidenti».