I diamanti, tra le pietre preziose più rare e costose con origine naturale, sono stati per anni avvolti da un complicato mistero. Infatti, i geologi di tutto il mondo non sono mai riusciti veramente a scoprire come i minerali facciano ad arrivare nei pressi della superficie terrestre dai fondali del mantello, dove si formano ad una profondità di circa 120 km rispetto al livello dell’acqua. Le pietre vengono, in maniera precedentemente ignota, trasportate dopo essere state inglobate in quella chiamata kimberlite, ovvero una roccia di origine antichissima che riesce a preservare l’integrità dei diamanti, in un processo che prima di ora era assolutamente ignoto. Una possibile risposta, però, è stata trovata da Thomas Gernon, scienziato della terra presso l’Università di Southampton in Inghilterra, che ha pubblicato le sue conclusioni sulla rivista Nature.
Diamanti: spiegato come fanno ad arrivare in superficie
Insomma, comprendere come i diamanti, formatisi a profondità di oltre 120 km rispetto al livello del mare, riescano ad arrivare in superficie è stato uno dei grandi misteri della geologia, ma ora probabilmente è stato risolto. Garnon, infatti, con il suo team ha supposto che la kimberlite sia il frutto della disgregazione dei continenti. Infatti, nelle ere geologiche terrestri le placche tettoniche si sono spostate diverse volte, formando i continenti che conosciamo oggi, ma anche i vulcani. Questi ultimi, se si trovano nei pressi dei confini delle placche sono magmatici, mentre se si trovano al loro centro sono kimberlitici.
Con i movimenti delle placche, sotto cui si formano i diamanti, lo strato viscoso di roccia del mantello si destabilizza e vorticando, raschia enormi frammenti di roccia dalla parte più profonda dei continenti (da immaginare, appunto, come enormi pietre che “galleggiano” su quello strato viscoso). Quei frammenti, poi, si fondono con il magma sottostante formando il magma kimberlitico, ricco rispetto a quello tradizionalmente conosciuto di vapore e anidride. Così, la reazione chimica che nasce dalla pressione del vapore e dell’anidride, spara alla velocità della luce il magma kimberlitico verso la superficie terrestre, portando con sé anche i frammenti di diamanti. Grazie all’incredibile velocità le pietre raggiungono la superficie indenni, mentre un trasporto più lento avrebbe il solo effetto di trasformarli in grafite morbida.