Prosegue l’inchiesta della procura di Pavia sul caso Diasorin, in cui si ipotizza tra gli altri il reato di peculato. I militari della Guardia di Finanza si sono recati a casa di Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, per eseguire una copia forense dei contenuti, e in particolare della messaggistica, del suo smartphone. La stessa operazione è stata eseguita da parte delle Fiamme Gialle sul telefono di Giulia Martinelli, responsabile della segreteria del governatore, nonché ex compagna di Matteo Salvini, leader della Lega. Nessuno dei due al momento risulta indagato nell’inchiesta del procuratore aggiunto Mario Venditti. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, la Gdf di Pavia ha eseguito copia forense anche del telefono dell’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. Per il caso Diasorin risultano indagati i vertici del Policlinico San Matteo, che tra marzo e aprile aveva sviluppato un test sierologico in maniera esclusiva con la multinazionale che ha sede a Saluggia (Vercelli).
«Il presidente Fontana non è indagato, ha subito una perquisizione presso terzi. Non gli è stato sequestrato nulla, è stata effettuata copia del contenuto del cellulare», ha dichiarato l’avvocato Iacopo Pensa, legale del presidente della Regione Lombardia.
DIASORIN, INDAGINI SU “LEGAMI POLITICI”
A fine luglio, la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni in uffici e abitazioni nei confronti di 8 persone accusate di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, oltre che di peculato. La Diasorin era stata scelta come azienda più efficiente per realizzare il nuovo test sierologico per la Regione Lombardia, che inizialmente si era dichiarata dubbiosa nei confronti di questo metodo di ricerca. Poi aveva dato incarico diretto, senza gara, all’azienda. I pm parlano di conlifotto di interessi in capo al professor Fausto Baldanti, il quale era responsabile scientifico del progetto di collaborazioen Fondazione San Matteo e Diasorin e ricopriva anche la carica di membro del Gruppo di lavoro del Consiglio superiore di sanità presso il Ministero della Salute competente per la valutazione del test. I pm hanno anche parlato della necessità di far luce sui «legami politici» che possono aver influito sulla scelta della Diasorin. Intanto anche la procura di Milano ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti e senza reati.