Esortazione apostolica di Papa Leone XIV dal titolo “Dilexit te” dedicata all'amore di Cristo per i poveri: il testo che "conclude" l'enciclica di Francesco
DA FRANCESCO A LEONE: ECCO LA “DILEXIT TE” CHE ‘CHIUDE’ L’ARCO DOPO L’ENCICLICA SULL’AMORE
Si chiama “Dilexit te”, è la prima esortazione apostolica di Papa Leone XIV e arriva a perfetto compimento del lavoro iniziato dal Santo Padre Francesco prima di entrare in ospedale per i suoi ultimi mesi convulsi alla guida della Santa Chiesa Cattolica. E così, dopo l’ultima enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos” (“Ci ha amati”) arriva la “risposta”, o meglio l’ultima fase del complesso lavoro sull’amore cristiano, nell’esortazione messa a punto dal Pontefice Prevost, la sua prima da quando è stato eletto in Conclave.
«“Ti ho amato” dice il Signore ad una comunità cristiana» che non sembrava avere particolare rilevanza ma che invece trova il più gratuito e caritatevole amore di Cristo, così all’epoca come per l’intero corso della storia. Se Papa Francesco nella sua enciclica aveva sottolineato la dichiarazione d’amore dell’Apocalisse con l’attenzione posta sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù, ecco che l’esortazione apostolica di Leone XIV si concentra invece sulla cura e la carità della Chiesa per tutti i poveri intesi come ultimi, fragili e degni di umanità.

Lo mette in evidenza fin dalla sua introduzione il Santo Padre, facendo ben comprendere come non si tratti di un mero “discorso buonista” per “i poveri del mondo”, ma una dichiarazione nettissima di come vi sia un forte nesso, un vincolo inscindibile e inseparabile che esista tra «l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri». Papa Leone XVI parla in prima persona dichiarando la volontà di portare avanti questo cammino di santificazione per riconoscere il volto del Nazareno tra e dentro i poveri, dentro la cui sofferenza si disvela il «cuore stesso di Cristo».
LA FEDE, L’AMORE E I POVERI: I CONTENUTI DELLA PRIMA ESORTAZIONE DI PAPA LEONE XIV
121 punti totali, con un titolo e un “svolgimento” che parte dall’enciclica di Francesco e porta il compimento nella sensibilità e nella profondità di analisi teologica di Prevost: l’esortazione apostolica “Dilexit te” contestualizza tutti gli elementi “carnali” in cui l’amore per i poveri si esprime nella realtà così complessa e dilaniata dei nostri tempi.
Dai migranti alle donne che subiscono violenze, fino alla disgregazione delle famiglie e la mancanza di lavoro, con i vari mali sociali del nostro tempo che minano alla base la necessità di bene e verità: con questo lavoro messo a termine da Papa Leone XIV si annuncia l’inscindibile legame tra la fede e l’amore per gli ultimi, riannodando tutti gli ultimi 150 anni di Magistero sociale della Chiesa assieme all’appello originario di San Pietro (primo Papa della storia, ndr) per cui «i poveri sono il cuore del Vangelo».

È proprio sul volto ferito di questi ultimi, di tali “poveri”, che viene impressa la sofferenza dell’innocente, la vera sofferenza del Cristo: contro la cultura dello scarto, contro la dittatura di un’«economia che uccide» come quella dello sfruttamento dei lavoratori, e contro lo sfruttamento di migranti e persone in fuga da terribili teatri di guerra. La Chiesa, scrivono i due Pontefici, «cammina con coloro che camminano, costruendo ponti e accogliendo chi bussa alle porte della comunità».
Nel suo appello ad una maggiore dignità umana possibile in ogni campo, Papa Leone XIV scrive nella Dilexit te che la centralità dell’educazione non è un favore ma un dovere, in quanto «piccoli hanno diritto alla conoscenza, come requisito fondamentale per il riconoscimento della dignità umana». Ecco qui il testo integrale dell’esortazione apostolica di Papa Leone XIV dal portale della Santa Sede.
LA NOTA DELLA CEI CON IL PRESIDENTE ZUPPI
«È un cambio di prospettiva verso una precisa scelta di campo»: così il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, commenta l’esortazione apostolica presentata e pubblicata in Vaticano dal Santo Padre. Come perfetta continuità con il Pontificato di Papa Francesco, al centro vengono messi gli ultimi, gli “scartati”, i poveri, con la Chiesa chiamata ad un’ulteriore “cambio di prospettiva”.

Secondo i vescovi italiani, l’unicità del vincolo tra fede in Cristo e cura dei poveri è la modalità di incontrare il vero volto di Gesù: «È tempo di passare dalle analisi alle azioni, dall’indifferenza alla cura, dalla speculazione teorica alla concretezza dell’impegno», si legge nella nota della CEI chiedendo a tutti di potersi “esporre” anche a rischio di sembrare «degli stupidi» davanti ad un sogno di una Chiesa che non mette nessun limite all’amore che Dio ha per tutti.
