Domenico Noviello protagonista della nuova puntata di “Cose Nostre“, un programma che racconta la storia e la vita di donne e uomini che si sono opposti alla violenza cieca delle mafie pagando un prezzo molto alto senza mai smettere di fare il proprio dovere. La puntata di lunedì 22 giugno 2020 è interamente dedicata alla storia di Domenico Noviello, un uomo onesto e perbene che ha avuto il coraggio di denunciare il clan dei Casalesi per estorsione. Un gesto coraggioso che però ha pagato, sette anni dopo, con la sua stessa vita il 16 maggio del 2008. Mimmo Noviello, come lo chiamavano gli amici e i familiari, decise di opporsi al clan dei Casalesi che gestiva ogni settore produttivo, dagli esercizi commerciali, alle imprese, agli appalti pubblici fino al traffico di stupefacenti a quello dei rifiuti. Una ribellione che non è passata inosservata a Giuseppe Setola, il feroce killer della famiglia Bidognetti che nel 2008 evade e diventa il reggente del clan che decise di punirlo con la morte. Una vera e propria vendetta quella messa in atto dal clan dei Casalesi che, con l’omicidio di Mimmo Noviello, hanno voluto dare un chiaro segnale agli altri imprenditori della zona. La morte di Noviello è stato il secondo delitto della stagione del terrore, un momento storico che vide morire 18 persone.
Domenico Noviello, la storia dell’imprenditore ucciso dai Casalesi
A distanza di dodici anni dalla morte di Domenico Noviello, le parole della moglie: “nel 2001 il periodo della denuncia dell’estorsione, quando camminavo con mio padre per le strade di Caserta e lui era ansioso e si guardava intorno preoccupato. Quando si guardava le spalle perché si aspettava di tutto, non entrava nei bar, evitava i luoghi affollati perché si sentiva in pericolo. Mi ha riportato alla mente quando a Castel Volturno tutti lo scansavano come un “lebbroso”, quando tutti si tenevano lontani ben più di un metro. Quanta solitudine avrà sentito, lo capisco solo oggi. Seppure il paragone è improprio, la mente fa giri strani e questa epidemia mi ha portato a sentire la solitudine di mio padre, a provare l’impotenza che ha provato mio padre di fronte a una macchina criminale spietata e senza scrupoli”. Erano anni difficili a Castel Volturno dove nessuno denunciava le estorsioni e il pizzo del clan dei Casalesi. Mimmo Noviello è morto lasciando quattro figli, tra cui Massimiliano che parlando proprio della scomparsa del padre ha dichiarato a Il Mattino: “ogni anno la ferita si riapre, ma è importante che ogni anno si ricordi il suo sacrificio, anche se bisognerebbe parlarne di più nelle scuole, e lo faremo nelle prossime settimane; le giovani generazioni devono sapere chi era mio padre. I miei figli non lo hanno conosciuto, ma sto facendo di tutto per trasferire loro i valori del nonno”.