Il racconto di don Maurizio Patriciello, ospite negli studi di A sua immagine: “Mio fratello morì il giorno di San Gennaro, io pregai affinchè...”
Quindi il parroco di Caivano ha raccontato un fatto riguardante il fratello Giovanni: “Mio fratello si è ammalato nella Terra dei fuochi di leucemia, sette anni fa si è spento nel giorno di San Gennaro e successe una cosa che ho sempre ritenuto un segno. La mattina di San Gennaro di 7 anni fa, abbiamo acceso la tv, chiedendo se volesse vedere la messa, ad un certo punto stava molto male, e io ho iniziato a pregare tantissimo San Gennaro, gli ho chiesto di risparmiargli l’emorragia e il terrore del sangue; gli han fatto una siringa di morfina, e poi è passato dal sonno alla morte, ed ho sempre ritenuto che San Gennaro abbia sempre ascoltato la mia preghiera”.
DON MAURIZIO PATRICIELLO: “SAN GENNARO SENTITO DA TUTTI A NAPOLI, ANCHE DAI MIGRANTI”
Ma come mai San Gennaro è così sentito dal popolo di Napoli? ”I santi sono i nostri compagni di viaggio e noi siamo pellegrini, sappiamo dove partiamo e dove arrivare e in questo pellegrinaggio abbiamo bisogno di compagni in carne d’ossa e di quelli che sono venuti prima di noi, per cui San Gennaro lo sentiamo accanto a noi”.
E ancora: “San Gennaro è un compagno di viaggio, lo scioglimento del sangue è un segno di cui abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di santi che sono vicini a noi, anche lui ha avuto un papa e una mamma, ha avuto le mie stesse tentazioni, e guardando lui penso che posso farcela anche io. avere questi santi che ci accompagnano è bellissimo”. Infine, sempre sul culto di San Gennaro, don Patriciello ricorda come sia sentito non solo dai napoletani della vecchia guardia: “Sono tutti i napoletani e anche i lontani dalla chiesa, anche i fratelli migrati che arrivano a Napoli”.
