Non esitano a placarsi le polemiche sui cartelloni pubblicitari di una marca di panni per pulire nuovamente apparsi lungo le strade di Napoli. Qualche settimana fa, la città partenopea era stata invaca da manifesti che ritraevano una donna morta stesa su un letto e il compagno-assassino con in mano lo straccio “miracoloso” che si voleva promuovere. “Elimina tutte le tracce”, recitava lo slogan suscitando le ire di molti benpensanti che vi vedevano un’istigazione al femminicidio. Lo stesso ministro Elsa Fornero aveva espresso il suo disappunto, obbligando l’agenzia che aveva ideato la campagna a rimuovere i cartelloni incriminati. Ma ora, la Clendy – questo il nome della società che si occupa di pubblcità e marketing – è tornata a far parlare di sé, ripoponendo i cartelloni in versione “epurata”, con la ragazza semplicemente addormentata sul letto dopo una serata particolarmente alcolica con il fidanzato. Ma alla gente del luogo nemmeno questi cartelloni sembrano essere andati a genio, e in non pochi hanno ripreso a lamentarsi. “Sembra un patetico tentativo di cavalcare il clamore dei mesi scorsi – sono state le parole dei contenstatori – Si prendono in giro le persone riproponendo la scena del delitto camuffata da festa”. Ma Stefano Antonelli, che ha avuto l’idea dei manifesti, non sembra essere per nulla preoccupato delle proteste anzi, ha detto di essere molto soddisfatto per l’eco mediatica che le polemiche hanno dato al suo lavoro. “Sono critiche bigotte”, ha aggiunto, pur ammettendo di aver voluto ritrattare il tema forte dell’omicidio con quello della sbronza. Eppure ai napoletani, anche questa modalità non va bene. Che siano tutti astemi?