Brutto momento per i gatti di città. Secondo uno studio commissionato dallo Smithsonian (famoso istituto di istruzione e ricerca amministrato e finanziato dal governo degli USA) e pubblicato sulla rivista Nature, pare che i felini randagi siano considerati dei feroci sterminatori di uccellini, animaletti di piccola taglia e topi.
Secondo la ricerca condotta dallo Smithsonian Conservation Biology Institute e da U.S. Fish and Wildlife Service’s Division of Migratory Birds,ogni anno vengono uccisi dai gatti miliardi di esemplari di queste specie, tanto da considerare i felini il killer n.1 di volatili e piccoli mammiferi.
La ricerca non poteva non avere risonanza presso le associazioni di amanti dei gatti.
La Alley Cats Allies (“Gli alleati dei gatti randagi”) ha immediatamente giudicato lo studio come “scienza spazzatura”, criticando il metodo con cui sono stati raccolti i dati e il fatto che una simile ricerca inciterebbe i governi locali all’eliminazione della specie.
Da queste proteste è nata una petizione online in cui si condanna la stampa per aver veicolato informazioni non attendibili e soprattutto lo Smithsonian. Il primo maggio la petizione sarà depositata al centro scientifico con 55 mila firme già raccolte negli Stati Uniti.
Bisogna anche far notare che quello dei gatti randagi non è un problema nuovo, anzi, la stessa Alley Cats Allies ha già affrontato la questione con un suo progetto, il Trap-Neuter-Return, in cui si incoraggiano le comunità a catturare e portare a vaccinare e sterilizzare i gatti randagi della propria area.
In Italia la LAV (Lega Anti Vivisezione) porta avanti da sempre campagne contro la vivisezione, mentre la Germania propone misure più “punitive”, come quella di tassare i padroni dei felini come “ricompensa per la perdita di uccellini e altri animali”. La legge ancora non è stata fatta e del resto l’iniziativa ha già suscitato le critiche delle associazioni animaliste tedesche.