Secondo la dottoressa Marie Blomberg, dell’università di Linkoping in Svezia, l’obesità materna è associata a una serie di complicazioni durante la gravidanza che possono incidere sul neonato. In pratica, più è grassa la madre più è a rischio il nascituro. Il relativo meccanismo che crea questi scompensi però non è del tutto chiaro, ha detto ancora. Per saperne di più, alcuni ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da un registro medico di tutte le nascite tra il 1992 e il 2010 in Svezia, più di 1,7 milioni di bambini. Nel registro sono contenute le informazioni relative all’altezza e al peso delle mamme dall’inizio della gravidanza così come i problemi di salute dei neonati e i cosiddetti punteggi di Apgar. Il punteggio di Apgar valuta la vitalità usando misure di frequenza cardiaca, la respirazione, il tono muscolare, il colore della pelle e l’attività su una scala da zero a 10. Ci possono essere molte ragioni per un basso punteggio Apgar, ma il motivo più comune è la mancanza di ossigeno. Meno di un neonato su 1.000 ha avuto un punteggio Apgar compreso tra zero e tre a cinque minuti dopo la nascita, e ancora meno avevano quel punteggio a 10 minuti dopo la nascita. Rispetto ai bambini di madri di peso normale, i bambini con le madri in sovrappeso avevano 32 per cento più probabilità di avere un punteggio Apgar così basso a 10 minuti dalla nascita. I neonati di madri obese avevano invece 57 per cento probabilità in più di avere un basso punteggio Apgar, e quelli delle madri gravemente obese 80 per cento delle volte più probabili. Infine i nati da madri gravemente obese avevano due volte di più la possibilità di avere un attacco cardiaco di quelli nati da madri con peso regolare.