MARCELLA MANGHI propone alcune riflessioni sui nuovi party newyorkesi per la celebraizone del congelamento dei propri ovuli, in attesa del momento opportuno per la maternità
Oggi la mia amica Elena mi serve caffè, croissant e gossip caldi: Jennifer Aniston è forse in dolce attesa. Ma c’è di più: sarebbe rimasta incinta mediante la fecondazione in vitro, grazie agli ovuli – suoi e del fidanzato – congelati anni fa. Prelevati, impacchettati e messi da parte come si fa coi soldi sotto il materasso. Nel fare questa scelta, Jennifer pare abbia una certa compagnia. Tanto più che ora quella del surgelamento non è più una strada che si percorre in sordina: in America – per esempio – rampanti trentenni emancipate ne fanno occasione di baldoria. Determinate a rincorrere la carriera da un lato, e a rallentare la maternità dall’altro, organizzano vere e proprie feste per celebrare con le amiche il congelamento dei propri ovuli, in attesa di quel che loro immaginano il momento più opportuno per la maternità. Gli Egg-freezing-party sono i nuovi trendy-gathering di New York.
Non solo per l’argomento, la notizia mi lascia un gran brivido freddo lungo la schiena.
Primo. Mi sollecita a riflettere sul fatto che – ahimè, o per fortuna – io sono decisamente fuori tempo massimo per emularne il comportamento: rispetto al da farsi su uova e affini, a quarant’anni suonati io posso giusto pensare di congelare una mezza dozzina di tuorli; quelli restanti dopo aver sfornato meringhe per un crocchio di nov-enni affamati a una merenda di compleanno.
Secondo. Devo rassegnarmi all’idea che se alla mia festa dei cinquant’anni proverò un senso incontenibile di nausea sarà semplicemente per aver ceduto a troppi mojito e non agli effetti collaterali della gravidanza. Poco male: se anche mio marito avrà alzato un tantino il gomito, pazienza. Potremo sempre contare sulla patente di una figlia ventenne che ci riporti interi a casa.
Terzo. In effetti, ogni tanto viene voglia anche a me di festeggiare un qualche rinvio: una multa da pagare, l’inizio della dieta del limone, la cena annuale con suoceri e consuoceri … Ma a celebrare la posticipazione della maternità – ad un’età in cui ahimè non potrò più contare su di un pieno d’energia e su genitori (miei) in forma – non avevo mai pensato prima.
Quarto. Lo ammetto, nell’ultima settimana ho manipolato anche io: un vassoio di deliziosi biscotti di pasticceria per farli sembrare miei, nonché l’opinione esitante di mio marito su quella fantastica opportunità di scarponcini in saldo solo fino a domani. Ma se si tratta di esercitare il controllo sul preciso momento del concepimento non ci provo neppure. Non sento di averne il diritto. Nascita e morte sono già racchiuse e conservate dov’è il loro giusto posto: in un Mistero, in cui alcun uomo può pretendere di entrare.
Ultimo: il frivolo contributo di pancia proveniente dalla mia amica. Giusto per scaldare gli animi dopo tanto parlare di congelamento: come diamine si fa a restare incinta di un pezzo di fusto come Justin Theroux senza nemmeno esserci stata assieme in occasione di quella così importante volta?!?
In ogni caso e in qualunque circostanza, resta il fatto che un bambino che viene al mondo è comunque una Grazia.
Messe da parte le riserve, dunque, auguri a tutte le mamme, quelle “natura” oggi, e – come le chiama la mia amica – quelle “microonde” domani.
