Caro direttore,
desidero ringraziare i 17.415 elettori che mi hanno votato alle elezioni per il Parlamento europeo, forse memori del mio lavoro da assessore regionale, ma spero convinti anche da una campagna elettorale in cui ho parlato soprattutto di come cambiare l’Europa. Non l’Europa degli Stati, della finanza e della burocrazia, ma l’Europa delle comunità. Cioè delle famiglie, delle associazioni, delle imprese, dei corpi intermedi, che devono essere riconosciuti, valorizzati e aiutati per costruire rapporti solidi in una società in cui le persone sono sempre più sole. Ho ricordato spesso l’esperienza di mio padre, lavoratore autonomo (era camionista), che ha messo al mondo e tirato su sei figli in una situazione che non era certo più facile di quella di oggi. Ciò che gli ha fatto superare ansie e preoccupazioni è stata la speranza di costruire un futuro buono per sé e per i suoi figli. E la certezza di non essere solo.
Quell’atteggiamento verso le sfide della vita è buono e utile anche oggi e può diventare il paradigma anche di una nuova azione politica. Credo che il modo in cui abbiamo fatto la campagna elettorale dia positive indicazioni per il futuro: molti candidati di Forza Italia, pur in competizione tra loro, hanno trovato forme di collaborazione ed espresso posizioni comuni, proponendo una visione condivisa della politica e dell’Europa.
Gli elettori che abbiamo incontrato hanno compreso il messaggio e in molti, come documentano i messaggi che ho ricevuto in questi giorni, hanno ritrovato le ragioni e la voglia di un impegno politico diretto.
Ora va lanciato un appello a chi vuole essere più libero e più forte. Lavoriamo insieme per ricostruire un soggetto politico efficace e riconoscibile partendo da un ideale, guardando alle persone, alle comunità, alle buone esperienze, ai bisogni. Serve uno sguardo attento alla realtà e a ciò che di buono c’è nel presente e al futuro dei nostri figli, più che alle convenienze immediate. E si deve passare dalle parole all’azione, per creare sviluppo, lavoro, aiuto alle famiglie e a chi ha più bisogno, più libertà di educazione.
La sfida è aperta ed è urgente. Al lavoro!
Mauro Parolini