+++ NOMINATO NUOVO PREMIER DI FRANCIA BAYROU: LE PRIME REAZIONI +++
Poco dopo le ore 13 arriva la conferma dall’Eliseo che spazza via gli ultimi dubbi rimasti ancora questa mattina: è Franois Bayrou, leader centrista dei MoDem, ad essere nominato nuovo Premier di Francia dopo i neanche tre mesi di reggenza Barnier a Palazzo Matignon (sede del Governo francese a Parigi, ndr). Nominato con il compito di formare subito un nuovo Governo in grado di subentrare all’esecutivo ad interim in carica per gli affari correnti: per Bayrou non sarà semplice trovare un’alleanza stabile in Parlamento che non voti immediatamente la sfiducia e che possa durare, nell’idea di Macron, addirittura fino al 2027.
73enne, sostenitore di Macron per l’Eliseo, non ha mai nascosto alcune distanze prese su riforme e modalità di gestione della Repubblica: anche per questo motivo viene considerato dal Centrodestra francese il nome giusto per non sottostare alle direttive di Macron, al contempo però non lasciando il “pallino” in mano ai due blocchi di destra e sinistra in Assemblea Nazionale. A sorpresa dal Rassemblement National arriva un’apertura sul nome del nuovo Premier, con Jordan Bardella che annuncia «non ci sarà una sfiducia a priori contro Bayrou a Matignon, deve prendere in considerazione il nuovo dato politico, che rende necessario un dialogo». Da sinistra invece è netto il niet di Mélnechon contro la scelta di Macron, con tanto di mozione di sfiducia subito annunciata appena in carica Bayrou: «chiediamo un cambiamento di direzione politica, il rispetto del Parlamento e un governo che non metta la fiducia per far passare le riforme», attacca sulla stessa scia il segretario del Partito Comunista Fabien Roussel.
Le Président de la République a nommé M. François Bayrou Premier ministre, et l’a chargé de former un gouvernement.
— Élysée (@Elysee) December 13, 2024
COSA SUCCEDE OGGI IN FRANCIA CON LA NOMINA DEL NUOVO PREMIER (E PERCHÈ SUL GOVERNO SERVIRÀ PIÙ TEMPO)
Oggi potrebbe essere il giorno di François Bayrou come nuovo Premier di Francia, così come invece la scelta di Macron per il ruolo post-Barnier potrebbe ancora variare a causa delle complicate trame interne del Parlamento. Sono ore di forte tensione per l’assetto politico di un Paese che, dopo il ko dei centristi alle Europee, ha vissuto mesi di completa instabilità, arrivando addirittura al record di quasi 3 mesi senza un governo con la fiducia dell’Assemblea Nazionale.
Alle prime difficoltà sulla Manovra, l’accordo fragile tra Le Pen e Macron sul Governo Barnier è venuto meno, e dall’Eliseo emerge la volontà di non fidarsi più né del blocco di destra né tantomeno del blocco di sinistra guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il problema è che, in termini di numeri, il Parlamento risulta di fatto ingovernabile senza un accordo su larga scala tra le forze politiche. Da qui il tentativo di Macron, in questi giorni, di puntare sul leader dei MoDem, Bayrou, in grado di riunire repubblicani, socialisti, verdi e macroniani. Tuttavia, dalla Francia, dopo il nuovo colloquio stamane del centrista all’Eliseo, viene suggerita “prudenza” sul nome di Bayrou, probabilmente perché non si è ancora del tutto convinti che vi sarebbe una maggioranza stabile in caso di mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni del Rassemblement National e di La France Insoumise.
MACRON RESTRINGE IL CAMPO PER ESCLUDERE LE PEN E MÉLENCHON: I POSSIBILI SCENARI IN FRANCIA
Ciò che è certo è che il Nuovo Fronte Popolare di sinistra, messo in piedi da Mélenchon per le Elezioni Legislative in estate al fine di contrastare – con Macron – l’avanzata di Bardella e Le Pen, oggi è sostanzialmente in frantumi. La sinistra risulta divisa tra l’area più “moderata”, che punta a un accordo con l’Eliseo, e quella più radicale, che invece chiede l’impeachment del Presidente dopo la gestione “spericolata” della politica francese in questo 2024. In tutto questo scenario, se oggi non vi fosse la nomina di Bayrou come nuovo Premier dopo Barnier, il nome che riemerge, secondo l’ANSA, è quello di Sébastien Lecornu, ministro della Difesa del governo dimissionario e tra i più ostinati fedelissimi del Presidente della Repubblica.
Come ha spiegato dopo le consultazioni con Verdi e Socialisti nei giorni scorsi, il piano di Macron è di non sciogliere il Parlamento fino al 2027, per far coincidere le Elezioni Parlamentari con quelle Legislative. In questo lungo lasso di tempo, l’ipotesi dell’Eliseo è puntare su un accordo di coalizione che escluda sia Le Pen sia Mélenchon. In questo senso, il leader dei MoDem sembrava la figura ideale per tentare quest’ultima, spericolata mossa parlamentare dell’Eliseo: una sorta di “campo stretto” per escludere le ali considerate “estreme”. Il problema di Lecornu, invece, risiede nella stretta identificazione con la politica di Macron, con il rischio che in Parlamento non vi sia una solida alleanza in grado di reggere ben 30 mesi prima del voto (sempre che Macron resista in carica, viste le pressioni di impeachment e le richieste di dimissioni).
Il piano del nuovo governo dovrà giocoforza includere l’applicazione di una manovra di bilancio d’emergenza (per evitare di peggiorare la già presente crisi economica), oltre al riassorbimento di alcune riforme, come quella scomoda delle pensioni, che ha già creato diversi disagi sociali nella “pancia” della società francese. L’accordo programmatico che Macron pare aver trovato prevede il non ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, che consente l’approvazione di una legge (in questo caso la Finanziaria) senza il passaggio in Parlamento. In cambio, le forze “moderate” non voterebbero la sfiducia al nuovo Premier. Tutto dipenderà però dal nome che uscirà oggi con la nomina di Macron e dall’alleanza che saprà instaurare per un terzo governo “centrista”, che la Francia si appresta a varare in appena 12 mesi.