Dal report Istat sulle dotazioni energetiche delle famiglie emerge che il riscaldamento è orami presente nella quasi totalità delle abitazioni
Dall’ultimo report dell’Istat sulle dotazioni energetiche delle famiglie emerge che il nostro paese è – fortunatamente – ormai coperto per la quasi totalità da impianti per il riscaldamento domestico e per la produzione di acqua calda, con un significativo aumento negli ultimi anni nelle istallazioni di climatizzatori e – soprattutto – delle pompe di calore che sono in grado di garantire entrambe le funzioni (riscaldamento e raffrescamento) abbattendo le emissioni ambientali.
Entrando subito nel merito del report dell’Istat è decisamente interessante notare che lo scorso anno il 99,4% delle abitazioni aveva a disposizione almeno un impianto per il riscaldamento: una quota, insomma, pari alla quasi totalità della popolazione, con il solo Mezzogiorno (con l’1,7% delle famiglie sprovviste) e, in particolare, la Sicilia (4%) che si piazzano sotto alle medie nazionali; forse anche in virtù del clima tendenzialmente più caldo per tutta la durata dell’anno.
Oltre al riscaldamento, nel frattempo è cresciuta anche l’adozione di impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, ormai adottati dal 99,7% delle famiglie senza grandi squilibri a livello territoriale tra Nord e Sud; mentre al contempo sono ormai – e questa è la crescita maggiore registrata nel corso degli ultimi anni – il 56% delle famiglie ad aver installato anche un climatizzatore, con una quota che qui è nettamente maggiore nelle Isole (più del 71%) e nel Nord-Est del paese (64 per cento).
Riscaldamento: tra impianti singoli, legna e pompe di calore, ecco la “mappa” italiana
Interessante notare che a livello del riscaldamento è ormai maggioritaria (79%) la presenza di impianti autonomi all’interno delle abitazioni, superando di gran lunga gli impianti centralizzati (15,4%) e quelli cosiddetti “singoli” (come le stufe a pellet, i caminetti o anche i riscaldatori a gas), pur sempre pari al 44,8% ma in contesti in cui vengono utilizzati per supportare il lavoro dell’impianto principale.
Sul tema della tipologia degli impianti per il riscaldamento, però, è interessante che la distribuzione varia largamente in base al tipo di contesto in cui si vive: nelle grandi città, infatti, è ancora maggioritaria (40,5%) la quota di impianti centralizzati; mentre quelli autonomi sono nettamente superiori nelle realtà con più o meno di 10mila abitanti (rispettivamente 85 e 84 per cento), assieme anche agli impianti singoli.
Sempre nei comuni più piccoli, al contempo, resta ancora piuttosto diffuso l’uso del riscaldamento a legna, impiegata ancora dal 16% dei cittadini con molteplici scopi (come la cottura del cibo e, in alcuni casi, la produzione di acqua calda), ma è positivamente cresciuto fino al 7,8% l’uso del pellet; mentre – come dicevamo prima – è cresciuto di circa 12 punti percentuali rispetto al 2021 l’uso delle pompe di calore che sono presenti ormai nel 24,4% delle abitazioni.