SERVIZI PUBBLICI LOCALI/ I vantaggi ai cittadini arriveranno con qualche passo in più
Secondo ANDREA GIURICIN, Fellow dell’Istituto Bruno Leoni, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali contenuta nella manovra economica non è sufficiente a diminuire quelle inefficienze che pesano sulle tasche dei contribuenti e dei consumatori. All’interno l’intervista a Linda Lanzillotta e gli interventi di Paola Garrone e Alceste Santuari

Il settore delle utilities in Italia non è in grande forma: Alitalia vola verso il baratro, Trenitalia viaggia con perdite di centinaia di milioni di Euro e Tirrenia naviga grazie ai sussidi. Un particolare settore nel quale tentativi di riforma sono stati frequenti negli ultimi anni è quello dei servizi pubblici locali. Essi comprendono diversi servizi forniti a livello locale quali la fornitura del gas e dell’energia elettrica, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, i servizi idrici e il trasporto pubblico locale. L’insieme di questi servizi generano un fatturato stimabile intorno ai 35 miliardi di euro nel 2007.
Il tema della liberalizzazione dei servizi pubblici locali è tornato prepotentemente alla ribalta nelle ultime settimane grazie al decreto legge n°112/2008 che prevede una riforma del settore. L’apertura del mercato in questo settore economico è sempre risultato essere molto difficile, come dimostra l’esperienza della Riforma Lanzillotta nella scorsa legislatura. Il disegno di legge, presentato nel Luglio del 2006 dall’esponente del Partito Democratico, era il minimo sindacale per una riforma del settore, come ha detto l’economista Luigi Ceffalo, restando tuttavia un passo in avanti. Il disegno di legge venne snaturato dall’opposizione interna al Governo Prodi portata avanti da Rifondazione Comunista e la riforma non venne mai alla luce.
I privati potranno concorrere alle gare ad evidenza pubblica, ma questo non significa che il settore verrà privatizzato. Un problema basilare rimane presente; quasi sempre le gare ad evidenza pubblica si concludono con la vittoria dell’incumbent e questo deriva dal fatto che le istituzioni locali sono i gestori del servizio e contemporaneamente i decisori delle regole. Questo punto non è affrontato e difficilmente la gestione potrà essere più efficiente. Le regole delle gare inoltre, spesso, sono “tarate” sul vincitore con l’inserimento di clausole molto strette sul mantenimento del personale.
Questa riforma è solo un primo passo verso la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, ma senza altri passi decisi verso il mercato, rischia di rivelarsi insufficiente.
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