CRISI GRECIA/ Il ministro delle finanze: dobbiamo restare nell’euro

- La Redazione

Di nuovo la Grecia e una sua possibile uscita dall’euro in primo piano nelle notizie finanziarie. Grazie soprattutto alle dichiarazioni del ministro delle Finanze Yannis Stournaras

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Di nuovo la Grecia e una sua possibile uscita dall’euro in primo piano nelle notizie finanziarie. Il ministro delle Finanze della Grecia, Yannis Stournaras, ha infatti dichiarato che il suo Paese deve rimanere nell’eurozona “perché è l’unico modo per proteggerci da una povertà che non abbiamo ancora sperimentato”. Tuttavia dalla Germania giungono ancora dei segnali non certo distensivi. Philipp Roesler, ministro dell’Economia tedesco, ha infatti spiegato che “chiunque attui una decisiva politica di riforme, ottiene la solidarietà europea. Chi non rispetta le regole e rompe gli accordi siglati non può attendersi aiuti finanziari”. Non sarà facile quindi per Antonis Samaras, Premier greco, cercare di ottenere una dilazione del piano dei tagli imposti ad Atene dalla troika Bce-Ue-Fmi. I rumors dicono infatti che questo sia l’obiettivo degli incontri che terrà in settimana con Jean-Claude Juncker, Presidente dell’Eurogruppo, Angela Merkel, Cancelliere tedesco, e Nicolas Sarkozy, Presidente francese. A calcare la mano in Germania ci ha pensato poi il capogruppo della Cdu in Parlamento, Volker Kauder, che ha detto che i greci devono mantenere ciò che hanno promesso. Non ci sono margini di manovra, né in termini di tempo, né di contenuto”. Che si tratti o meno di dichiarazioni per “compiacere” i propri elettori resta il fatto che un’uscita della Grecia dall’euro potrebbe comportare conseguenze importanti per tutti i paesi dell’unione monetaria, sempre che non vengano prese specifiche misure a livello centrale per contenere i danni. In caso la Grecia uscisse dall’euro, infatti, sui mercati potrebbe diffondersi l’idea che altri paesi in difficoltà possano tornare alle proprie valute nazionali, dando vita così a un pericolosissimo effetto domino con conseguenze distruttive per l’euro stesso. Difficile poi immaginare se l’euro potrebbe continuare a esistere senza tre o quattro paesi rispetto ai 17 attuali. In particolare se a uscire dall’area monetaria ci fossero Italia e Spagna. Non saranno quindi giorni facili, e sarà interessante vedere quello che accadrà sui mercati a partire da domani.

Nel corso degli ultimi giorni si è assistito a una sorta di mini-rally in borsa e lo spread tra Btp e Bund è sceso fino a quota 420 punti base. In un mese, quello di agosto, che si preannunciava ad alto rischio e adatto agli attacchi speculativi, è sembrato prevalere l’ottimismo. Almeno finora. Resta da vedere se questo trend proseguirà o se invece ci sarà un’inversione di rotta.







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