CRISI/ Parigi e Berlino annunciano gruppo di lavoro bilaterale su Eurozona
E’ ancora presto per parlare di un nuovo e ritrovato asse Berlino-Parigi, ma certo è che le posizioni della cancelliera Merkel e del presidente francese Hollande si stanno avvicinando

E’ ancora presto per parlare di un nuovo e ritrovato asse Berlino-Parigi, ma certo è che le posizioni della cancelliera Merkel e del presidente francese Hollande vanno via via accostandosi. In campagna elettorale il numero uno dell’Eliseo aveva più volte criticato l’eccesso di rigore della politica teutonica, annunciando di voler stringere legami più profondi con Spagna e Italia per mostrare all’Europa di voler intraprendere una via diversa di quella ben più cauta e accondiscendente nei confronti della Germania scelta del suo predecessore Nicolas Sarkozy. Durante le prime settimane da presidente, Hollande sembrava quasi in grado di spaventare la Merkel, intimorita dalla caduta della cosiddetta era Merkozy: eppure ben presto, una volta incassata la maggioranza all’Assemblea nazionale, Hollande ha evidentemente cambiato i toni. Gli incontri, le intese, le posizioni sulla crisi greca e gli ostacoli posti sul cammino europeo del premier Samaras hanno in più occasioni evidenziato che il clima è cambiato. Tanto che ieri, a Berlino, Germania e Francia hanno annunciato la creazione di un vero e proprio “gruppo di lavoro” che al consiglio europeo di metà ottobre garantirà “posizioni comuni”. Una sorta di nuova alleanza, certo ancora non definita, i cui obiettivi puntano ad affrontare la crisi e a rafforzare l’integrazione europea. Questo gruppo di lavoro bilaterale dovrebbe in sostanza occuparsi di tutto, dalla sorte della Grecia alla ricapitalizzazione delle banche spagnole, fino all’avanzamento dell’Unione bancaria. Come hanno annunciato il ministro delle Finanze tedesco, Wolgang Schaeuble e il suo omologo francese, Pierre Moscovite, Germania e Francia hanno intenzione di approfondire la loro cooperazione, attraverso “nuove proposte” e uno stretto colloquio con il governo spagnolo. Un segnale certamente rivolto non solo ai Paesi dell’Ue ma anche alla Bce, che in queste ore vede attenuarsi le conseguenze dell’offensiva scagliata dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo cui la proposta avanzata da Mario Draghi di conferire all’istituzione comunitaria il mandato di acquistare illimitatamente titoli di Stato sul mercato primario, laddove lo spread di un Paese superi i limiti di guardia a prescindere dai fondamentali della propria economia, produrrebbe in alcuni Paesi “assuefazione, come se fosse una droga”.
Tutta la questione riguardo la Bce “si orienterà sul principio che qualsiasi riserva sul fatto che si tratti di un finanziamento ai Governi contrario ai Trattati venga cancellata”, ha detto invece Asmussen, convinto che il nuovo piano di acquisti di bond della Bce, verrà strutturato in modo tale “da non ripetere l’errore commesso con l’Italia l’estate scorsa, quando la Bce ha acquistato titoli di Stato italiani e il tempo guadagnato non è stato purtroppo usato per le necessarie misure di aggiustamento”.
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