La Grande depressione 2.0 è alle porte. Secondo Bloomberg, negli ultimi tre mesi, complici i cali sui mercati azionari e sulle materie prime, circa 11 trilioni di dollari (11 mila miliardi di dollari) sono stati spazzati via. Ma il peggio deve ancora arrivare. C’è un grafico (il primo a fondo pagina) che in questo momento sta mettendo in apprensione i gestori di grandi fondi. Riporta l’andamento del rapporto tra il valore delle azioni e il Pil.
Traffico autostrade weekend 26-28 luglio 2024/ Sabato critico, domenica da doppio bollino rosso
Il valore di un’azione dovrebbe rispecchiare il valore oggettivo di un’azienda. Ma i miei fedeli lettori sanno che, poiché i mercati finanziari sono frattali e il valore delle azioni è soggetto a manovre finanziarie, tale valore assumerà troppo spesso valori eccessivi (al rialzo o al ribasso). Il grafico mostra molto bene questi eccessi, verificatisi soprattutto dalla fine degli anni ’90 a oggi, quando l’eccesso di liquidità prodotto consapevolmente e colpevolmente dalle banche centrali è finito prevalentemente sui mercati finanziari. E purtroppo mostra anche che gli attuali valori azionari, nonostante i cali recenti, sono ancora superiori del 40% (nel loro rapporto col Pil) alla loro media storica. Premesso che la media storica non è un dogma (potrà variare nel tempo), è indubbio che occorre attendersi una correzione “significativa”, cioè mostruosa rispetto alla sostenibilità del sistema bancario.
Recupero detrazioni fiscali anni precedenti/ Come farlo senza perdere soldi (ultime notizie 26 luglio 2024)
Le banche centrali sembrano dal canto loro attrezzate per tutto ciò che è oggi prevedibile. Ma prima o poi un qualche evento imprevisto porta alla grande fuga da questi mercati e provoca il grande crollo e la conseguente rovina di chi non può fuggire. E chi non può fuggire? Chi opera nel reale, chi usa il denaro per operare nell’economia reale.
Un esempio evidente di questi giorni è quello che sta accadendo ad alcuni colossi delle materie prime. C’è un grande crollo che finora non è andato sulle prime pagine dei giornali, ma sta diventando un enorme campanello d’allarme per i gestori dei fondi. Il crollo è quello del broker di commodities Glencore, portatore di un debito da circa 30 miliardi di dollari. Ora le notizie più recenti danno in gravi difficoltà altri due colossi del settore: Noble Group (colosso asiatico, le cui azioni sono scese del 70% nell’ultimo anno) e Trafigura. Quest’ultima azienda era sfuggita finora ai radar del mercato azionario, perché non è quotata in borsa. Ma la stessa azienda emette i bond per recuperare liquidità sui mercati finanziari. E il secondo grafico mostra il valore di questi bond. I profitti sono in costante calo e il debito totale dell’azienda è di 22 miliardi di dollari. Tre aziende, con un debito complessivo che si aggira sui 70 miliardi di dollari e che hanno un business che movimenta circa 500 miliardi di dollari.
Bonus terrazzi 2024/ Fino a 1.800€ per chi cura gli spazi aperti (ultime notizie 26 luglio)
E mettiamoci pure l’euro. “L’euro non funziona” ora è ufficiale. I miei affezionati lettori lo sanno da tempo, ma ora è ufficiale. Questo il senso del messaggio di Peter Praet, capo economista della Bce, nel corso di una conferenza in Germania. Da quando è nato prima il serpentone monetario (anni ’90) e poi la moneta unica, la produttività europea è costantemente calata rispetto a quella americana. L’ultimo grafico lo mostra in modo evidente.
Se poi pensiamo al fatto che l’azione del nostro governo ha prodotto gli 80 euro ed è strenuamente impegnato a realizzare le riforme e a toglierci la tassa sulla casa “però nei limiti del bilancio” (cioè alzando altre tasse o togliendoci altri servizi, o fornendo a pagamento servizi che fino a ieri erano gratuiti), direi che il quadro sta diventando chiaro. Avremo la nostra Grande Depressione, soprattutto perché dallo scoppio della crisi a oggi le istituzioni preposte (Bce in testa) non hanno fatto nulla. E pure i governi non stanno facendo nulla.
Bonus terrazzi 2024/ Fino a 1.800€ per chi cura gli spazi aperti (ultime notizie 26 luglio)
Occorre pregare e prepararsi, come fecero pochissimi (“ora et labora”) alla caduta dell’Impero romano, preparando la rinascita della civiltà.