A un certo punto del suo intervento alla 91esima Giornata del Risparmio, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha alzato il volto dal testo scritto e ha scandito a braccio: “Vi è innanzitutto un doveroso rispetto per l’azione della magistratura, un rispetto che al di là delle frasi fatte io nutro nel massimo grado. Voglio solo dire che non ho dubbi nel definire come assolutamente legittimo, corretto e accorto l’operato della vigilanza della Banca d’Italia”.
Ignazio Visco/ "Saggia la decisione della Bce di mantenere alti i tassi a lungo"
Un paio d’ore dopo il suo vicino sul palco, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è andato in Parlamento per offrire il massimo della protezione alla persona stessa del Governatore: l’ipotesi di revoca del quale è stata tassativamente esclusa nella risposta a un’interrogazione di M5S. Un passaggio che concederà forse un po’ di respiro politico-mediatico a Visco: ma giusto perché nelle prossime settimane la sua agenda operativa si annuncia talmente densa e problematica, che è nell’interesse del sistema-Paese lasciarlo lavorare. Anzi: lasciargli percorrere un sentiero lastricato di ostacoli e insidie. Che ieri Visco ho toccato pressoché per intero nel suo intervento: ma non scostandosi praticamente mai dalla sottolineatura delle criticità e delle incertezze. Prime fra tutte quelle riguardanti la bad bank e l’intervento del Fondo interbancario di garanzia per stabilizzare quattro dissesti bancari.
Ignazio Visco: “Superbonus non può essere permanente”/ Governatore Bankitalia: “Vicini a stop aumento tassi”
Su entrambi i versanti Visco ha riferito senza remore le tensioni con l’Unione europea: non solo quelle note sulle pur minime garanzie pubbliche che l’Italia è intenzionata a offrire al veicolo di smaltimento di 180 miliardi di sofferenze creditizie; ma soprattutto quelle recentissime, sorte attorno all’iniezione da 2 miliardi che il sistema nazionale – attraverso il Fondo interbancario – vorrebbe effettuare verso Banca Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti. Bruxelles, negli ultimi giorni, avrebbe eccepito un indebito “aiuto di Stato” se non prestato direttamente e volontariamente da singole banche: ciò, che ha suscitato un serio allarme da parte di Salvatore Maccarone, il legale che si occupa del dossier per via Nazionale, Ma il Governatore, ieri in pubblico, non ha potuto far altro che augurarsi che la Commissione Ue si mostri più pragmatica e soprattutto più equa: di fronte alla profusione di sussidi pubblici prestati alle proprie banche semi-affondate da numerosi grandi Paesi membri dell’Europa.
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Certo, i toni usati ieri da Visco sono stati fra i più duri espressi contro l’Europa di molti pesi e delle molte misure nel crogiolo della nuova regulation finanziaria. A due mesi dall’entrata in vigore del nuovo regime di “bail in” bancario europeo, il governatore ha sottolineato che il ricorso ultimo ai depositanti per fronteggiare un dissenso bancario è “estraneo” alla tradizione italiana ed è stato chiesto soprattutto da quei Paesi che, diversamente dall’Italia, hanno dovuto sopportare salvataggi pubblici numerosi e onerosi. Ma tant’è.
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Negli ultimi anni alcuni casi di crisi – spesso provocati dalla recessione indotta dalla crisi, non dall’azzardo morale dei singoli intermediari – hanno messo all’indice il sistema creditizio italiano più di quanto meritasse, ha lasciato intendere il numero uno di Bankitalia. Che tuttavia ha citato per nome e cognome soltanto quello della Popolare di Vicenza: oggetto, nella serata di lunedì, di un’inedita nota di precisazione da parte di via Nazionale sull’intera attività di vigilanza svolta anche a Vicenza.
Ecco: la “condanna di vigilanza” del “caso Zonin” ha rappresentato probabilmente l’unico punto fermo della faticosa Giornata del Risparmio del governatore. È al presidente – tuttora in carica – della Popolare vicentina che si è riferito quasi direttamente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo a banche e banchieri “trasparenza, correttezza ed etica” nel suo messaggio al leader dell’Acri, Giuseppe Guzzetti. (Forse il Quirinale aveva in mente anche i titoli forti sul vicepresidente di UniCredit, Fabrizio Palenzona, ma questo caso sarebbe rimasto del tutto fuori dalla Giornata se il presidente della banca milanese Giuseppe Vita non l’avesse definito “aziendalmente risolto”, ma ovviamente al netto delle indagini ulteriori della Procura di Firenze).
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