MANOVRA E POLITICA/ Così gli aiuti alle banche possono trasformarsi in tasse

- int. Francesco Forte

Migliorano alcuni dati economici dell'Italia, che ha anche trovato una soluzione per le banche venete. Per FRANCESCO FORTE resta però vivo il rischio di un aumento delle tasse

padoan_microfono_lapresse Pier Carlo Padoan (Lapresse)

Dall’Istat arrivano dati positivi per l’economia italiana: il reddito delle famiglie nel primo trimestre dell’anno è aumentato dell’1,5% rispetto al trimestre precedente. In crescita anche i consumi (+1,3%). Si tratta degli incrementi tendenziali più alti dal terzo trimestre del 2011. Dato positivo anche quello sul potere d’acquisto delle famiglie (+0,8%). «Tutto questo è semplicemente il riflesso del fatto che l’Italia da Renzi in poi ha messo in atto una politica essenzialmente basata sulla domanda di consumi, invece che sulla domanda di investimenti o sul traino dell’industria. Cioè, la politica economica è stata impostata non sul lato dell’offerta, ma della domanda», è il commento di Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze. 

Ma il risultato è positivo o no?

Politicamente questa impostazione può anche rendere, ma ha i suoi limiti, perché divide una torta che si crea per effetto dello sviluppo europeo complessivo senza potenziare necessariamente il prodotto e la produttività. Quindi, di fatto, si tira a campare.

Secondo Confindustria cresceremo quest’anno dell’1,3%. Cosa ne pensa?

Non si può sempre crescere all’1,3% con la domanda di consumi se bisogna ridurre il deficit per ridurre il debito e se bisogna investire per poter mantenere il ritmo produttivo. Non essendoci un focus sulle politiche di investimento, la domanda di consumi si espande un po’ perché c’è un deficit di bilancio del 2,2% del Pil. Non è però una cosa molto soddisfacente. L’unica consolazione è che per fortuna le famiglie continuano a risparmiare, anche se l’amministrazione pubblica lo fa poco.

Dopo la soluzione trovata per le banche venete, quale scenario ha di fronte l’Italia per i prossimi mesi?

Sicuramente lo scenario si è un po’ rasserenato grazie a questa soluzione, pur tardiva. C’è un sospiro di sollievo anche perché non si è vissuto il trauma che ha generato problemi gravissimi per altri istituti di credito come Etruria, lasciando un segno su tutto il sistema. A questo punto avremo sicuramente banche che potranno funzionare meglio e, si spera, guidare in qualche modo l’avanzamento della ripresa tramite i finanziamenti alle famiglie e alle imprese. Naturalmente sperando che non si inventino nuove tassazioni che potrebbero generare nuove preoccupazioni. 

Teme che con la Legge di bilancio possano aumentare le tasse?

Il punto è che non è vero che le risorse stanziate per questa operazione sulle banche venete non incidono sulle finanze pubbliche. La manovra correttiva che è stata stabilita con l’Ue è di un punto di deficit/Pil, dal 2,2% all’1,2%, ed è chiaro che l’aver stanziato dei soldi per le banche farà sì che la riduzione di questa correzione che l’Italia potrà richiedere sarà minore. La manovra dovrà essere quindi più severa, cioè rispettare maggiormente i parametri indicati da Bruxelles.

Dombrovskis ha però detto che non ci sarà alcun effetto sulla correzione dei conti dell’Italia…

Il quadro non muta dal suo punto di vista. Tuttavia, gli sconti che l’Italia potrà chiedere saranno minori nella misura in cui le risorse stanziate verranno o meno usate, perché non è detto che vengano usate tutte subito. Quindi se i soldi verranno usati, avremo meno sconti sulla manovra.

(Lorenzo Torrisi)





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