Le stime di Moody’s parlano ancora degli Stati Uniti come “Driver” dell’economia mondiale, e in generale comunque gli indicatori per i paesi del G20 restano solidi. Moody’s attende un sostanziale balzo dell’economia dei Paesi del G20, con una crescita del 3,3% nel 2018 e del 3,1% nel 2019. Le economie dei paesi considerati più avanzati farà dunque regiatrare una crescita del 2,3% del 2018 e del 2% nel 2019, mentre le economie dei paesi cosiddetti emergenti del G20 faranno registrare un +5,1% sia nel 2018 che nel 2019. Sul ruolo dominante degli Usa, Moody’s sostiene: “L’economia Usa resta il driver della crescita globale, ma allo stesso tempo le stime relative all’Euro sono costruttive, nonostante ci sia stata una moderazione della crescita rispetto all’inizio anno più esaltante.” (agg. di Fabio Belli)
“SPREAD PESA SU CREDITO E RIPRESA”
Lo spread alto e il protezionismo pesano sul credito e sulla crescita economica dell’Italia, così da indurre l’agenzia di rating Moody’s a ribassare le stime sul Pil. Lo si apprende dall’intervista rilasciata dal membro della Vigilanza Bce Ignazio Angeloni a Euromoney, pubblicata oggi con i verbali dell’ultimo direttivo della Bce. «Le banche italiane hanno sofferto sui mercati e le perdite subite sui titoli di Stato hanno eroso il loro capitale di base», disse lo scorso 8 agosto con lo spread a 250 punti base. Angeloni aggiunse che «ad oggi lo shock negativo è stato assorbito senza avere un impatto sui costi e l’erogazione del credito, ma è improbabile che ciò possa continuare se lo spread aumenta ancora». Inoltre, «una stretta sul credito metterebbe a repentaglio la ripresa, già fragile per altri motivi». Come le incertezze relative a fattori globali, «restano predominanti, soprattutto per quanto riguarda la minaccia di un protezionismo e i rischi derivanti da un intensificarsi delle tensioni commerciali». (agg. di Silvana Palazzo)
PIL RIVISTO AL RIBASSO: AUMENTA LO SPREAD
L’aggiornamento del Global Macro Outlook 2018-2019 pubblicato oggi da Moody’s ha tagliato al ribasso le stime per la crescita dell’Italia nel biennio 2018/2019. Una piccola doccia fredda in attesa del gelo che potrebbe calare in autunno subito dopo la pubblicazione del Def, quando l’agenzia americana potrebbe decidere di sottoporre i nostri conti al cosiddetto downgrade, l’abbassamento del rating. E proprio questo è lo spettro che aleggia sull’Italia e infiamma i mercati. Non sembra un caso, come riportato da FinanzaOnline, che dopo il taglio al ribasso delle stime sul Prodotto Interno Lordo, lo spread Btp-Bund si sia spinto fino a 278 punti base con rendimento del decennale italiano oltre il 3,10%. Un segnale negativo dal momento che proprio nei giorni scorsi lo spread era sceso sulla notizia che Moody’s aveva rimandato ad ottobre ogni decisione sul rating dell’Italia. (agg. di Dario D’Angelo)
COLPITA ANCHE LA FRANCIA
Moody’s non crede nella crescita dell’Italia e per questo taglia le stime per il 2018 e il 2019, segnalando che il Prodotto Interno Lordo nostrano aumenterà soltanto dell’1,2% per quest’anno (a fronte di una prima previsione pari all’1,5%) e dell’1,1% nel secondo (precedente 1,2%). Ma attenzione a pensare che l’agenzia statunitense, che ha sospeso il giudizio sul nostro rating a dopo la pubblicazione del Def, ce l’abbia soltanto con l’Italia. Come riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, se la Germania continua ad essere il «motore» d’Europa e ha confermato le previsioni di crescita per il Paese: +2,2% quest’anno e +1,7% nel 2019, a non poter sorridere è anche la Francia. Il Paese sotto la guida di Emmanuel Macron dovrebbe crescere quest’anno dell’1,8% a fronte di una previsione iniziale del 2%. Confermato invece l’1,8% per il 2019. Insomma l’Italia, per Moody’s, è l’unica grande economia della zona euro destinata a non crescere a un ritmo sostenuto. (agg. di Dario D’Angelo)
MOODY’S PESSIMIST SU CRESCITA ITALIA
Si allunga la lista dei soggetti competenti che hanno rivisto le proprie previsioni circa la crescita dell’Italia nel 2018 e nel 2019. L’ultimo in ordine di tempo è Moody’s, società privata americana che esegue ricerche finanziarie, secondo cui il Bel Paese dovrebbe vedere il proprio prodotto interno lordo crescere dell’1.2% nel 2018, e dell’1.1% nel 2019. Le nuove prospettive, come riporta l’edizione online de La Repubblica, arrivano nell’aggiornamento di agosto del ‘Global Macro Outlook 2018-2019’, e sono in netto ribasso rispetto a quelle precedenti pari all’1.5% e all’1.2.
ATTESA PER IL DEF
In passato anche il Fondo Monetario internazionale, la Commissione Europea, e le agenzie di rating Fitch e S&P, hanno rivisto al ribasso le proprie previsioni, attestandosi di fatto sui numeri pubblicati da Moody’s. Sempre la stessa società americana, nella giornata di martedì, aveva fatto sapere di aver rinviato la decisione sul rating dell’Italia a dopo la pubblicazione della nota di aggiornamento al Def, che dovrebbe arrivare entro la fine del prossimo mese, fra circa una trentina di giorni. Sarà uno snodo cruciale visto che si saprà di più sul livello di deficit che il governo vorrà fissare per l’anno che verrà.